Atto primo

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Piccola sala comune agli appartamenti del Bey e a quelli di sua moglie. Un sofà nel mezzo.



Scena prima
Elvira seduta sul sofà. Presso a lei Zulma. All’intorno un coro di eunuchi del serraglio. Indi Haly, poi Mustafà


Coro
Serenate il mesto ciglio:
del destin non vi lagnate.
Qua le femmine son nate
solamente per servir.

Elvira
Ah comprendo, me infelice!
che lo sposo or più non m’ama.

Zulma
Ci vuol flemma: a ciò ch’ei brama
ora è vano il contraddir.

Coro
Qua le femmine son nate
solamente per servir.

Haly
Il Bey.

Zulma
Deh mia signora...
vi scongiuro...

Elvira
E che ho da far?

(Entra Mustafà.)

Coro
(Or per lei quel muso duro
mi dà poco da sperar.)

Mustafá
Delle donne l’arroganza,
il poter, il fasto insano
qui da voi s’ostenta invano,
lo pretende Mustafà.

Zulma
Su, coraggio, o mia signora.

Haly
E’ un cattivo quarto d’ora.

Elvira
Di me stessa or più non curo;
tutto omai degg’io tentar.

Coro
(Or per lei quel muso dura
mi dà poco da sperar.)

Elvira
Signor, per quelle smanie
che a voi più non ascondo...

Mustafá
Cara, m’hai rotto il timpano:
ti parlo schietto e tondo.

Elvira
Ohimè...

Mustafá
Non vo’ più smorfie.
di te son so che far.

Tutti col Coro
(Oh che testa stravagante!
Oh che burbero arrogante!)
Più volubil d’una foglia
va il mio/suo cor di voglia in voglia
delle donne calpestando
le lusinghe e la beltà.

Mustafá
Ritiratevi tutti.Haly, t’arresta.

Zulma
(Che fiero cor!)

Elvira
(Che dura legge è questa!)


Scena seconda
Mustafà e Haly


Mustafá
Il mio schiavo italian farai che tosto
venga, e m’aspetti qui... Tu sai, che sazio
io son di questa moglie,
che non ne posso più. Scacciarla... è male,
tenerla... è peggio. Ho quindi stabilito
ch’ella pigli costui per suo marito.

Haly
Ma come? Ei non è turco.

Mustafá
Che importa a me? Una moglie come questa,
dabben, docil, modesta,
che sol pensa a piacere a suo marito,
per un turco è un partito assai comune;
ma per un italian (almen per quanto
intesi da lui stesso a raccontare)
una moglie saria delle più rare.
Sai che amo questo giovine:
vo’ premiarlo così.

Haly
Ma di Maometto
la legge non permette un tal pasticcio.

Mustafá
Altra legge io non ho che il mio capriccio.
M’intendi?

Haly
Signor sì.

Mustafá
Sentimi ancora.
Per passar bene un’ora io non ritrovo
una fra le mie schiave
che mi possa piacer. Tante carezze,
tante smorfie non son di gusto mio.

Haly
E che ci ho da far io?

Mustafá
Tu mi dovresti
trovar un’italiana. Ho una gran voglia
d’aver una di quelle signorine,
che dan martello a tanti cicisbei.

Haly
Io servirvi vorrei, ma i miei corsari...
l’incostanza del mar...

Mustafá
Se fra sei giorni
non me la trovi, e segui a far lo scaltro,
io ti faccio impalar.
(si ritira nel suo appartamento)

Haly
Non occorr’altro.
(via)



Scena terza
Lindoro solo, indi Mustafà



Lindoro
Languir per una bella
e star lontan da quella,
è il più crudel tormento
che provar possa un cor.
Forse verrà il momento;
ma non lo spero ancor.
Contenta quest’alma
in mezzo alle pene
sol trova la calma
pensando al suo bene,
che sempre costante
si serba in amor.
Ah, quando fia che io possa
in Italia tornar? Ha omai tre mesi,
che in questi rei paesi
già fatto schiavo, e dal mio ben lontano...

Mustafá
Sei qui? Senti, italiano,
vo’ darti moglie.

Lindoro
A me?... Che sento, (oh Dio!)
Ma come?... in questo stato...

Mustafá
A ciò non dei pensar. Ebben?..

Lindoro
Signore,
come mai senza amore
si può un uomo ammogliar?

Mustafá
Bah, bah!.. in Italia
s’usa forse così? L’amor dell’oro
non c’entra mai?

Lindoro
D’altri non so: ma certo
per l’oro io nol potrei...

Mustafá
E la bellezza?

Lindoro
Mi piace: ma non basta...

Mustafá
E che vorresti?

Lindoro
Una donna che fosse a genio mio.

Mustafá
Orsù: ci penso io. Viene e vedrai
un bel volto e un bel cor con tutto il resto.

Lindoro
(Oh pover amor mio! Che imbroglio è questo!)
Se inclinassi a prender moglie
ci vorrebber tante cose.
Una appena in cento spose
le può tutte combinar.

Mustafá
Vuoi bellezza, vuoi ricchezza?
Grazie? amore?.. ti consola:
trovi tutto in questa sola.
E’ una donna singolar.

Lindoro
Per esempio, la vorrei
schietta... buona...

Mustafá
E’ tutta lei.

Lindoro
Due begli occhi.

Mustafá
Son due stelle.

Lindoro
Chiome...

Mustafá
Nere.

Lindoro
Guance...

Mustafá
Belle.

Lindoro
(D’ogni parte io qui m’inciampo,
d’ogni parte io mi confondo,
che ho da dire? che ho da far?)

Mustafá
Caro amico, non c’è scampo;
se la vedi, hai da cascar.

Lindoro
(Ah, mi perdo, mi confondo.
quale imbroglio maledetto:
sento amor, che dentro il petto
martellando il cor mi va.)

Mustafá
Sei di ghiaccio? sei di stucco?
Vieni, vieni: che t’arresta?
Una moglie come questa,
credi a me, ti piacerà.




Spiaggia di mare.
In qualche distanza un vascello rotto ad uno scoglio e disalberato dalla burrasca, che viene di mano in mano cessando.
Varie persone sul bastimento in atto di disperazione.



Scena quarta
Arriva il legno dei corsari; altri corsari ven­gon per terra con Haly e cantano a vicenda i cori. Indi Isabella e poi Taddeo.



Coro I
Quanta roba! quanti schiavi!

Coro II e Haly
Buon bottino! Viva, bravi.
Ci son belle?

Coro I
Non c’è male.

Coro II
Starà allegro Mustafà.

(Tra lo stuolo degli schiavi e persone che sbar­cano, comparisce Isabella. Haly co’ suoi osser­vandola cantano a coro.)

Coro I
Ma una bella senza uguale
è costei che vedi qua.
E’ un boccon per Mustafà.

Isabella
Cruda sorte! Amor tiranno!
Questo è il premio di mia fé:
non v’è orror, terror, né affanno
pari a quel ch’io provo in me.
Per te solo, o mio Lindoro,
io mi trovo in tal periglio.
Da chi spero, oh Dio! consiglio?
chi soccorso mi darà.

Coro
E’ una bella senza uguale,
è un boccon per Mustafà.

Isabella
Qua ci vuol disinvoltura.
Non più smanie, né paura:
di coraggio è tempo adesso,
or chi sono si vedrà.
Già so per pratica
qual sia l’effetto
d’un sguardo languido,
d’un sospiretto...
So a domar uomini
come si fa.
Sien dolce o ruvidi,
sien flemma o foco,
son tutti simili
a presso a poco...
Tutti la bramano,
tutti la chiedono
da vaga femmina:
felicità.
Già ci siam. Tanto fa. Convien portarla
con gran disinvoltura.
Io delgi uomini alfin non ho paura.

(Alcuni corsari scoprono ed arrestano Taddeo.)

Taddeo
Misericordia... aiuto... compassione...
Io son...

Haly
Taci, poltrone.
Uno schiavo di più.

Taddeo
(Ah! son perduto!)

Isabella
Caro Taddeo...

Taddeo
Misericordia... aiuto!

Isabella
Non mi conosci più?

Taddeo
Ah!.. sì... ma...

Haly
Dimmi.
Chi è costei?

Taddeo
(Che ho da dir?)

Isabella
Son sua nipote.

Taddeo
Sì, nipote... Per questo
io devo star con lei.

Haly
Di qual paese.

Taddeo
Di Livorno ambedue.

Haly
Dunque italiani?

Taddeo
Ci s’intende.

Isabella
E men vanto.

Haly
Evviva, amici.
Evviva.

Isabella
E perché mai tanta allegria?

Haly
Ah non so dal piacer dove io mi sia.
Di una italiana appunto
ha una gran voglia il Bey. Cogli altri schiavi
parte di voi, compagni,
condurrà questi due. Piova, o signora,
la rugiada del cielo
sopra di voi. Prescelta
da Mustafà... sarete, se io non sbaglio,
la stella e lo splendor del suo serraglio.
(via con alcuni corsari)




Scena quinta
Taddeo, Isabella e alcuni corsari indietro


Taddeo
Ah! Isabella... siam giunti a mal partito.

Isabella
Perché?

Taddeo
Non hai sentito
quella brutta parola?

Isabella
E qual?

Taddeo
Serraglio.

Isabella
Ebben?..

Taddeo
Dunque bersaglio
tu sarai d’un Bey? d’un Mustafà?

Isabella
Sarà quel che sarà. Io non mi voglio
per questo rattristare.

Taddeo
E la prendi così?

Isabella
Che ci ho da fare?

Taddeo
O povero Taddeo!

Isabella
Ma di me non ti fidi?

Taddeo
Oh! Veramente,
ne ho le gran prove.

Isabella
Ah! maledetto, parla.
Di che ti puoi lagnar?

Taddeo
Via, via, che serve?
Mutiam discorso.

Isabella
No: spiegati.

Taddeo
Preso
m’hai forse, anima mia, per un babbeo?
Di quel tuo cicisbeo...
di quel Lindoro... Io non l’ho visto mai,
ma so tutto.

Isabella
L’amai
prima di te: no’l nego. Ha molti mesi
ch’ei d’Italia è partito; ed ora...

Taddeo
Ed ora
se ne gìa la signora
a cercarlo in Galizia...

Isabella
E tu...

Taddeo
Ed io
col nome di compagno
gliela dovea codur...

Isabella
E adesso?..

Taddeo
E adesso
con un nome secondo,
vo in un serraglio a far... Lo pensi il mondo.

Isabella
Ai capricci della sorte
io so far l’indifferente.
Ma un geloso impertinente
sono stanca di soffrir.

Taddeo
Ho più flemma e più prudenza
di qualunque innamorato.
Ma comprendo dal passato
tutto quel che può avvenir.

Isabella
Sciocco amante è un gran supplizio.

Taddeo
Donna scaltra è un precipizio.

Isabella
Meglio un turco che un briccone

Taddeo
Meglio il fiasco che il lampione.

Isabella
Vanne al diavolo, in malora!
Più non vo’ con te garrir.

Taddeo
Buona note: sì signora,
ho finito d’impazzir.

Isabella
(Ma in man de’ barbari... senza un amico
come dirigermi?.. Che brutto intrico!)

Taddeo
Ma se al lavoro poi mi si mena...
come resitere, se ho poca schiena?)

Isabella e Taddeo
(Che ho da risolvere? che deggio far?

Taddeo
Donna Isabella?..

Isabella
Messer Taddeo...

Taddeo
(La furia or placasi.)

Isabella
(Ride il babbeo.)

Isabella e Taddeo
Staremo in collera? che te ne par?
Ah no: per sempre uniti,
senza sospetti e liti,
con gran piacer, ben mio,
sarem nipote e zio;
e ognun lo crederà.

Taddeo
Ma quel Bey, signora,
un gran pensier mi dà.

Isabella
Non ci pensar per ora,
sarà quel che sarà.
(Viano.)




Piccola sala, come alla scena prima.


Scena sesta
Elvira, Zulma e Lindoro


Zulma
E ricusar potresti
una sì bella e sì gentil signora?

Lindoro
Non voglio moglie, io te l’ho detto ancora.

Zulma
E voi, che fata là? Quel govinotto
non vi mette appetito?

Elvira
Abbastanza provai, cosa è marito.

Zulma
Ma già non c’è riparo. Sposo e sposa
vuol che siate il Bey. Quando ha deciso
obbedito esser vuole ad ogni patto.

Elvira
Che strano umor!

Lindoro
Che tirannia da matto!

Zulma
Zitto. Ei ritorna.



Scena settima
Mustafà e detti


Mustafá
Ascoltami, italiano,
un vascel veneziano
riscattato pur or, deve a momenti
di qua partir. Vorrai
in Italia tornar?

Lindoro
Alla mia patria?
Ah! qual grazia, o signor! Di più non chiedo.

Mustafá
Teco Elvira conduci, e tel concedo.

Lindoro
(Che deggio dir?)

Mustafá
Con essa avrai tant’oro
che ricco ti farà.

Lindoro
Giunto che io sia
nel mio paese... Allor... forse sposare
io la potrei...

Mustafá
Sì, sì, come ti pare.
Va’ intanto del vascello
il capitano a ricercar, e digli
in nome mio, ch’egli di qua non parta
senza di voi.

Lindoro
(Pur che io mi tolga omai
da sì odiato soggiorno...
tutto deggio accettar.) Vado e ritorno.
(via)



Scena ottava
Mustafà, Elvira, Zulma, indi Haly


Elvira
Dunque degg’io lasciarvi?

Mustafá
Nell’Italia
tu starai bene.

Elvira
Ah che dunque io vada
il mio cor...

Mustafá
Basta, basta;
del tuo cuore e di te son persuaso.

Zulma
(Se c’è un burber egual, mi caschi il naso.)

Haly
Viva, viva il Bey.

Mustafá
E chi mi rechi, Haly?

Haly
Liete novelle.
Una delle più belle,
spiritose italiane...

Mustafá
Ebben?..

Haly
Qua spinta
da una burrasca...

Mustafá
Sbrigati...

Haly
Caduta
testé con altri schiavi è in nostra mano.

Mustafá
Or mi tengo da più del gran Sultano.
Presto: tutto raduna il mio serraglio
nella sala maggior. Ivi la bella
riceverò... Ah! ah!.. cari galanti,
vi vorrei tutti quanti
presenti al mio trionfo. Elvira, adesso
con l’italian tu puoi
affrettarti a partir. Zulma, con essi
tu pure andrai. Con questa signorina
me la voglio goder, e agli uomin tutti
oggi insegnar io voglio
di queste belle a calpestar l’orgoglio.
Già d’insolito ardore nel petto
agitare, avvampare mi sento:
un ignoto soave contento
mi trasporta, brillare mi fa.
(ad Elvira)
Voi partite... Né più m’annoiate.
(a Zulma)
Tu va seco. Che smorfie... Ubbidite.
(ad Haly)
Voi la bella al mio seno guidate,
v’apprestate a onorar la beltà.
Al mio foco, al trasporto, al desio,
non resite l’acceso cor mio:
questo caro trionfo novello
quanto dolce a quest’alma sarà.
(parte con Haly e seguito)



Scena nona
Elvira, Zulma, indi Lindoro


Zulma
Vi dico il ver. Non so come si possa
voler bene ad un uom di questa fatta.

Elvira
Io sarò sciocca e matta...
ma l’amo ancor!

LindoroMadama, è già disposto
il vascello a salpar, e non attende
altri che noi... Voi sospirate?

Elvira
Almeno
che io possa anco una volta
riveder Mustafà. Sol questo io bramo.

Lindoro
Pria di partir dobbiamo
congedarci da lui. Ma s’ei vi scaccia,
perché l’amate ancor? Fate a mio modo.
Affrettiamci a partir allegramente.
Voi siete finalmente
giovine, ricca e bella, e al mio paese
voi troverete quanti
può una donna bramar mariti e amanti.



Sala magnifica. A destra, un sofà pel Bey. In prospetto, una ringhiera praticabile, sulla quale si vedono le femmine del serraglio.



Scena decima
Mustafà seduto. All’intorno, eunuchi che canta­no il coro; indi Haly



Coro
Viva, viva il flagel delle donne,
che di tigri le cangia in agnelle.
Chi non sa soggiogar queste belle
venga a scuola dal gran Mustafà.

Haly
Sta qui fuori la bella italiana.

Mustafá
Venga... venga...

Coro
Oh che rara beltà.



Scena undicesima
Isabella, Mustafà, gli eunuchi


Isabella
(Ohi! che muso, che figura!
Quali occhiate!... Ho inteso tutto.
Del mio colpo or son sicura.
Sta’ veder quel che io so far.)

Mustafá
(Oh che pezzo da Sultano!
Bella taglia!... viso strano...
Ah m’incanta... m’innamora
ma bisogna simular.)

Isabella
Maltrattata dalla sorte,
condannata alle ritorte...
Ah voi solo, o mio diletto,
mi potete consolar.

Mustafá
(Mi saltella il cuor nel petto.
Che dolcezza di parlar!)

Isabella
(In gabbia è già il merlotto,
né mi può più scappar!)

Mustafá
(Io son già caldo e cotto,
né mi so più frenar.)




Scena dodicesima
Taddeo rispingendo Haly, che vuole trattenerlo, e detti


Taddeo
Vo’ star con mia nipote,
io sono il signor zio.
M’intendi? Sì, son io.
Va’ via: non mi seccar.
Signor... Monsieur... Eccellenza...
(Ohimè... qual confidenza!
Il turco un cicisbeo
comincia a diventar.
Ah, chi sa mai, Taddeo,
quel ch’or ti tocca a far?)

Haly
Signor, quello sguaiato...

Mustafá
Sia subito impalato.

Taddeo
Nipote... ohimè... Isabella,
senti, che bagatella?

Isabella
Egli è mio zio.

Mustafá
Cospetto!
Haly, lascialo star.

Isabella
Caro, capisco adesso
che voi sapete amar.

Mustafá
Non so che dir, me stesso
cara, mi fai scordar.

Haly
(Costui dalla paura
non osa più parlar.)

Taddeo
(Un palo a dirittura?
Taddeo, che brutto affar!)



Scena ultima
Lindoro, Elvira, Zulma e detti


Isabella
(Oh ciel!)

Lindoro
(Che miro!)

Isabella
(Sogno?)

Lindoro
(Deliro? Quest’è Isabella!)

Isabella
(Questi è Lindoro!)

Lindoro
(Io gelo.)

Isabella
(Io palpito.)

Isabella e Lindoro
(Che mai sarà?
Amore, aiutami per carità.)

Elvira, Zulma e Haly
Che cosa è stato?

Mustafá e Taddeo
Che cosa avete?

Elvira, Zulma, Haly, Mustafá e Taddeo
Confusa/o e stupida/o non rispondete?
Non so comprendere tal novità.

Isabella e Lindoro
Amore, aiutami, per carità.

Isabella
Dite: chi è quella femmina?

Mustafá
Fu sino ad or mia moglie.

Isabella
Ed or?

MustafáIl nostro vincolo
cara, per te si scioglie:
Questi, che fu mio schiavo,
si dee con lei sposar.

Isabella
Col discacciar la moglie
da me sperate amore?
Questi costumi barbari
io vi farò cangiar.
Resti con voi la sposa...

Mustafá
Ma questa non è cosa.

Isabella
Resti colui mio schiavo.

Mustafá
Ma questo non può star.

Isabella
Andate dunque al diavolo,
voi non sapete amar.

Mustafá
Ah no... m’ascolta... acchetati...
(Costei mi fa impazzar.)

Elvira, Zulma e Lindoro
(Ah! di leone in asino
lo fe’ costei cangiar.)

Isabella, Elvira e Zulma
Nella testa ho un campanello
che suonando fa dindin.

Mustafá
Come scoppio di cannone
la mia testa fa bumbum.

Taddeo
Sono come una cornacchia
che spennata fa crà crà.

Lindoro e Haly
Nella testa un gran martello
mi percuote e fa tac tà.

Tutti col Coro
Va sossopra il suo/mio cervello
sbalordito in tanti imbrogli;
qual vascel fra l’onde e scolgi
io sto/ei sta presso a naufragar.



2. Akt Zurück zu: Libretto

Atto secondo ritorna a libretto



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© DRG, 23. März 2001