Atto primo

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Galleria nel palazzo d’Argirio.



Scena prima
Cavalieri sparsi per la scena, altri che arrivano introdotti da scudieri, che restano poi alle porte. Isaura e varie damigelle seco; due scudieri portano due bacili d’argento, su’ quali molte sciarpe bianche; i cavalieri s’abbracciano, slacciano le loro sciarpe, alcune bleu, altre rosse, che distinguevano i vari partiti.




Coro

Pace - onore - fede - amore
regni - splenda - ogn’alma accenda -
spento il rio civil furore
Siracusa esulterà.

Isaura
(cingendo ai cavalieri le sciarpe bianche)
Sia tra voi concordia eguale
delle insegne al bel candore:
stringa eterna il vostro core
la più tenera amistà.

Coro
Serberà costante il core
la più tenera amistà.



Scena seconda
Argirio, a mano con Orbazzano, Cavalieri con sciarpa bianca, scudieri


Argirio
Se amistà verace e pura
serberete ognor nel petto;
se di patria il vivo affetto
l’alme vostre accenderà,
sì felice, vincitrice
Siracusa ognor sarà.

Orbazzano
Rea discordia invan fra noi
scuoterà la nera face.
Alla patria in guerra, in pace
giuriam tutti fedeltà.

Coro
Sì, giuriam.

Argirio
Respiro omai.

Coro
Fede, o morte.

ArgirioOr vissi assai:
e contento in tal momento
altri voti il cor non ha.

Orbazzano e Coro
Sempre illesa in guerra, in pace
sia la nostra libertà.

Argirio e poi Coro
Di noi/voi tremi il Moro audace,
vinto alfin da noi/voi cadrà.

Argirio
Ed ecco, o prodi Cavalier, l’eroe,
che alla sublime, e di voi degna impresa
vi guiderà in mia vece. Ogni contesa
fra gli Orbazzani, e fra gli Argiri omai
cessa in tal dì. Pianse la Patria assai
nelle nostre discordie; oggi respira,
che intorno a sé rimira,
da gloria mosso, nel comun periglio,
un sol voto, un sol cor, ogni suo figlio.

Orbazzano
Sì, per la patria, per la fede il sangue
verserem tutti nel più fier cimento;
ma contro vile, occulto tradimento
noi chi difenderà?

Argirio
L’antica legge
che all’infamia condanna, ed alla morte
ogni fellon, d’età qualunque e sesso,
che empio mantenga della patria a danno,
commercio reo col Saracen tiranno.

Orbazzano
(marcato)
E con altro nemico,
di Solamir più da temersi ancora.
Avvi fra noi chi onora, esulta al nome
dell’esule Tancredi.

Isaura
(turbandosi)
(Oh cielo!) e come?
E che può mai la patria
da lui temer?

Orbazzano
Qui nato
da un sangue che regnava, discacciato
fin da prim’anni suoi,
odio e vendetta ei de’ nudrir per noi.

Argirio
(a due Scudieri)
Qui Amenaide.
Dopo tante vicende il ciel pietoso
serbar mi volle ad un felice evento.

Isaura
(Misera amica!)

Orbazzano
Sarò alfin contento!



Scena terza
Amenaide, a suo tempo, preceduta da’ scudieri, accompagnata da damigelle




Coro

Più dolci e placcide
spirano l’aure
in sì bel giorno.
Fra tanta gioia,
sembra che s’animi
tutto d’intorno,
or che trionfano
concordia e amor.

(Comparisce Amenaide.)

Vezzosa vergine,
il nostro giubilo
con noi dividi,
e della patria
a’ voti fervidi
lieta sorridi:
compi la speme
del genitor.

Amenaide
Come dolce all’alma mia
scende il suon de’ vostri accenti!
Come a’ vostri, a’ suoi contenti
va esultando questo cor!
(E tu quando tornerai
al tuo ben, mio dolce amor!)

Coro
In tal dì, respira omai,
sì, godrai felicità.

Amenaide
Voglia il ciel che brilli omai
per me pur felicità!
(Se il mio bene a me non viene,
pace il cor sperar non sa.)


Argirio
E’ già deciso, o figlia;
ed obbedendo ai cenni
del genitor, che amico ti consiglia,
della patria che attende questo nodo,
sì necessario al comun ben, felici
renderai tutti in questo dì.

Amenaide
(sorpresa)
Che dici?

Argirio
La tua fe’, la tua mano
ad Orbazzan concessi.

Amenaide
(colpita)
Ad Orbazzano!
(Oh Isaura!)

Isaura
(Non tradirti.)

Amenaide
(E il foglio!...)

Isaura
Ver Tancredi
già partito è lo schiavo)

Orbazzano
Amenaide,
d’immenso amore io t’amo. Di mia sorte
superbo oggi mi rende
il tuo gran genitor, che a me concede
la tua man, la tua fede; e fra’ mortali
io sarò il più felice
se pari amor da te sperar mi lice.

Amenaide
(Che far? oh me perduta!)

Argirio
Il suo valore,
il sangue, il grado, la fortuna, tutto
degno di te lo rende.

Amenaide
Oh padre!
Tu conosci il mio cor.

Argirio
So che mia figlia
gli affetti suoi col suo dover consiglia.

Amenaide
Ma...

Orbazzano
E dunque?...

Argirio
(deciso)
Amenaide
a te la destra porgerà.

Orbazzano
S’affretti
il sacro rito.

Amenaide
Al giorno nuovo almeno
vi piaccia differir.

Argirio
(severo)
Figlia?...

Orbazzano
E tu vuoi!...

Amenaide
L’alma acchetar, parlarti, o padre!

Argirio
E poi?

Orbazzano
(con qualche fierezza)
Temer forse degg’io?

Amenaide
(marcato)
Compirò, non temete, il dover mio.
 

Scena quarta
Isaura

Isaura
Amenaide sventurata! oh quale
Angoscioso per lei giorno fatale!
E come ad Orbazzano
Potrà porger la mano ella, che il core
Del più violento amore
Entro Bisanzio per Tancredi accesa
A lui giurò fé! - Quale daffanni
E di sciagure negro nembo intorno
Veggo addendarsi in così infausto giorno!
(parte)




Parco delizioso nel palazzo d’Argirio, di cui si vede magnifica parte: nel prospetto una fiorita spiaggia d’un seno di mare,
che lambe le mura del palazzo. Viali, statue, cancelli ecc.



Scena quinta
Approda uno schiffo: ne scende Roggiero, che esplora, e poi Tancredi; quattro scudieri portano le insegne di Tancredi, la lancia, lo scudo,
su cui si vedono scritte le parole FEDE, ONORE. Gli scudieri restano in disparte.



Tancredi
Oh patria! dolce e ingrata patria, alfine
a te ritorno! Io ti saluto! o cara
terra degli avi miei: ti bacio. E’ questo
per me giorno sereno.
Comincia il cor a respirarmi in seno.
Amenaide! o mio pensier soave,
solo de’ miei sospir, de’ voti miei
celeste oggetto, io venni alfin;
io voglio, sfidando il mio destino, qualunque sia,
meritarti o perir, anima mia.

Tu che accendi questo core,
tu che desti il valor mio,
alma gloria, dolce amore,
secondate il bel desio,
cada un empio traditore,
coronate la mia fe’.

Di tanti palpiti,
di tante pene,
da te mio bene,
spero mercè.
Mi rivedrai,
ti rivedrò.
Ne’ tuoi bei rai
mi pascerò.
Deliri - sospiri...
accenti - contenti!
Sarà felice - il cor mel dice,
il mio destino - vicino a te.




Tancredi

D’Amenaide ecco il soggiorno..-Or vanne,
fido Roggiero, di lei cerca, e dille,
che uno straniero Cavalier desia
occultamente favellarle. Esplora
i moti suoi!...se mai speranza in lei
del mio venir...se mai di me ti chiede...

Roggiero
Deggio svelar...?

Tancredi
No, no. Tutto voglio
il giubilo goder di sua sorpresa.
Va, t’affretta, ritorna,
e consola quest’anima ansiosa.

Roggiero
Lo possa io pur! Sulla mia fe riposa.
(parte pel palazzo)



Scena sesta
Tancredi, gli scudieri


Tancredi
(agli scudieri)
E voi, nella gran piazza
le sconosciute insegne mie recate,
e l’armi formidabili. Annunziate
che un ignoto guerrier s’offre compagno
di Siracusa ai difensor.
(partono gli scudieri)
Ma gente qui s’avanza!



Scena settima
Argirio, Amenaide, scudieri d’Argirio; Tancredi, che tratto tratto comparirà guardingo


Argirio
(a’ scudieri)
Andate,
al gran tempio inviate
gli amici, i cavalier pel sacro rito.
Fia al meriggio compito
(Partono.)

Tancredi
Amenaide! è dessa.
(si ritira)

Amenaide
Oh padre!

Argirio
Taci:
vano è il dir, il pregar.

Amenaide
Al nuovo giorno
promesso avevi pur!..

Argirio
Nuovi perigli
esigono da noi nuovi consigli.
L’altero Solamir, quel Moro audace,
che di non chiesta pace in pegno un giorno
tua destra domandò, stringe d’intorno
con nuove forze la città.Tancredi
giunto è in Messina.

Amenaide
(Oh Dio!
come lo sa. Tancredi!)

Tancredi
(Il nome mio!)
(si ritira affatto)


Amenaide
(agitata)
E forse ch’egli viene...

Argirio
Da vendetta guidato a queste arene.

Amenaide
Tancredi!

Argirio
Ma non osi,
pe’ suoi disegni ascosi, il piè ribelle
fra noi portar: vi troverà la morte.


Amenaide
(colpita)
La morte!

Argirio
Della patria ogni nemico
danna a morte il Senato. Al nuovo giorno
si dee pugnar, ed Orbazzan dall’ara,
ove il nodo bramato or si prepara,
al campo volerà.Dal suo valore
tutto attende la patria, e un fido amore
ei da te spera. E trovar spero anch’io
mia figlia in te. Non più; m’intendi. Addio.

Pensa che sei mia figlia.
Il dover tuo rammenta,
e d’irritar paventa
la patria e il genitor.
Serba all’amato sposo
i dolci affetti tuoi;
per te dal campo a noi
ritorni vincitor.
Se poi... ma il dubbio è vano:
quel cor... tremar dovrai...
Ma tu seguir saprai
la voce dell’onor,
e d’irritar paventa
la patria,il genitor.
(parte)



Scena ottava
Amenaide, indi Tancredi


Amenaide
Che feci! Incauta! ed or che far? Se mai
quel foglio che inviai
per lo schiavo a Tancredi?... e s’egli viene, quale periglio!

Tancredi
(avanzando)
E’ sola.

Amenaide
Ah cielo! tu lo salva, tu l’invola
de’ suoi nemici all’ira. Io ti pregavo
pel suo ritorno; adesso,
che patria ingrata al suo venir l’uccide,
da me tu l’allontana.

Tancredi
(vicino)
Amenaide!

Amenaide
(colpita)
Ah, che veggo! Tancre...

Tancredi
Sì, il tuo Tancredi.

Amenaide
(come atterrita)
Taci, deh taci, misero! a che vieni?
In questo infausto asilo, dì, che vuoi?

Tancredi
(sorpreso)
Che voglio? e a me tu domandar lo puoi!
Amenaide, o morte.



Amenaide
Oh qual scegliesti
terribil ora! Sventurato, e dove
fier destino ti guida?

Tancredi
Qual terrore?

Amenaide
E’ troppo giusto. I vili tuoi nemici...

Tancredi
(deciso)
Li sfido.

Amenaide
Fuggi, salvati.

Tancredi
Che dici?

Amenaide
Trema.

Tancredi
(fiero)
Tremar Tancredi?

Amenaide
Oddio!... che questo nome!

Tancredi
Un dì t’era pur caro!

Amenaide
Ah que’ tempi cangiaro!

Tancredi
(subito e vivamente)
Anche il tuo core!...

Amenaide
Compiangilo: non sai!
Giorno è questo d’orror.

Tancredi
Fremer mi fai...

Amenaide
(con passione e terrore)
L’aura che intorno spiri,
aura è feral di morte.
Fuggi terribil sorte,
t’invola ai traditor.

Tancredi
(con sicurezza e tenerissimo)
Dimmi che a te son caro,
che a me sarai fedele;
contro il destin crudele
trionferà l’amor.

Amenaide
(agitata)
Ma il padre... il dover mio!

Tancredi
(turbandosi)
E che!... ti spiega.

Amenaide
Oh Dio!

Tancredi
(con tenerezza)
Pel nostro dolce affetto...

Amenaide
(vorrebbe parlare)
Ah! Ti trafiggo il cor...

Quale per me funesto,
tremendo arcano/giorno è questo!
E dovrò sempre vivere
nel pianto e nel dolor!

Tancredi
Parla omai.

Amenaide
Mi lascia, e parti.
Parti omai, tremar mi fai!

Tancredi
E dovrei così lasciarti!
Parla omai, penar mi fai!

Quando, oh ciel, quest’alma amante
pace alfin sperar potrà?
Questo è dunque il lieto istante
che vicino a te/lui sperai?(partono)



Scena nona
Roggiero



Roggiero
Che intesi! oh tradimento! -
Infelice Tancredi! - io mi figuro
La sua pena, il furor: - egli sicuro
Vivea del cor dAmenaide, e intanto
Orbazzano glinvola e ben, e sposa,
La patria a morte lo condanna. - Ah, lunge
Da questi ingrati lidi
A respirar, se lo potrà, si guidi.
(parte)



Luogo pubblico, in vicinanza alle mura, che corrisponde a piazzale di magnifico gotico tempio; monumenti antichi



Scena decima
Popolo che accorre alla festa nuziale. Nobili che s’uniscono. Damigelle.




Coro di nobili
Amori scendete,
scendete o piaceri
soavi e sinceri.
Due cori stringete
con nodo costante
di pace e di fe’.
(Marcia di guerrieri e cavalieri, che sfilano e si dispongono poi nel prospetto.)

Coro di guerrieri
Alla gloria, al trionfo, agli allori.
Avvampante di bellici ardori,
là sul campo Orbazzano ci guidi,
degli infidi nemici terror.

Coro generale
Eppoi vincitore,
felice riposi
su mirti amorosi;
fra dolci diletti,
fra teneri affetti,
respiri il tuo cor.



Scena undicesima
Tancredi che avrà udita parte del coro, fremente, desolato; Roggiero, che lo segue.


Tancredi
Oh canti! - oh voti! - oh festa
D'angoscia, di rossor, di rabbia a questa
Lacerata alma mia! -
(con trasporto)
Iniqui! no, non compirassi, e pria...

Roggiero
Che fai, signor? ti frena
Fra' nemici qui sei: - pensa che pena
Corri di morte, se scoperto.

Tancredi
Ancora compito un lustro io non avevo allora,
Ch'esule il padre mio seco mi trasse
Da questa infame terra; il quinto or volge;
Chi scoprir mi potrebbe?

Roggiero
Il tuo gran core
E que' trasporti tuoi...

Tancredi
(fremente)
Del suo terrore,
Di sue smanie segrete ecco l'oggetto!
L'opprimeva l'aspetto
Dell'amante tradito.

Roggiero
Ebben, oblia, fuggi, sprezza l'infida.

Tancredi
Invendicato! - E il perfido Orbazzano! - il fier nemico
Di mia famiglia, or io rival! - vendetta,
Terribile vendetta.

Roggiero
(cerca di trarlo altrove)
Vieni: appressa
La nuzial pompa.

Tancredi

(osservando)
Ed ella, ed ella istessa?
Spergiura!

Roggiero lo guida a forza verso il fondo.




Scena dodicesima
Scudieri, che precedono; paggi, damigelle, nobili, cavalieri. In mezzo a questi Argirio, Amenaide, Isaura. Tancredi e Roggiero, in disparte



Argirio
Amici, cavalieri, al tempio.
Sacro nodo solenne ivi assicuri,
d’amor, di fé tra i venerandi giuri,
concordia eterna a Siracusa, e assodi
la patria libertade, or che sì prodi
campion per lei vanno a pugnar.

Roggiero
(Ti perdi...)

Tancredi
(Eh, lasciami.)
(si presenta ad Argirio)
Concedi, tu che primier nel gran Senato siedi,
che anch’io possa pugnar guerriero ignoto.

Amenaide
(Oh Dio! Eccolo, Isaura!)

Isaura
(Incauto!)

Amenaide
(L’ora è decisa del mio destin.)

Argirio
La generosa offerta
accetto, o cavalier. Di fede or segno
dammi la destra, e questo amplesso è il pegno
di mia fiducia in te.

Tancredi
Fede ed onore
io porto per divisa impressi in core,
(marcato e dando fiera occhiata ad Amenaide)
e so morir pria di mancarvi.

Amenaide
(Oh accenti!
Intendi, Isaura; egli infedel mi crede!)

Argirio
E’ questa
l’ora felice: andiam!
(prende per mano Amenaide)

Amenaide
T’arresta.
Perdono, o padre, ma in quel tempio, all’ara
tu mi guidi di morte. Ah se t’è cara
ancor la figlia tua, cessa, deh cessa
di volerla infelice.
Tu a me scegliesti
sposo che amar non posso, ed io spergiura
mai diverrò.
Oh padre, cavalieri: d’Orbazzano,
di morte a costo, io non sarò giammai.




Scena tredicesima
Orbazzano che viene dal fondo e l’udì, avanza fiero, e con tutto furore



Orbazzano
E morte infame, o traditrice, avrai.
(Sorpresa generale)


Tancredi
Da chi? perchè.

Amenaide
Orbazzan!

Argirio
Gran Dio!

Isaura
Che avvenne?

Orbazzano
(mostrando un foglio)
Il suo infernal delitto,
qui di sua mano è scritto. Al vile oggetto
del suo nascoso ed esecrando affetto,
all’empio Solamir, nel proprio campo,
un di lei fido schiavo or lo recava;
dai miei sorpreso ebbe la morte. Leggi,
misero padre, e reggi
a tanto orror, se il puoi.

Argirio
Mia figlia! Io tremo!

Amenaide
(Ah son perduta!)

Tancredi
(A Solamiro! Io fremo!)

Argirio
(legge)
«T’affretta. In Siracusa atteso sei:
«gloria ed amor t’invitano. Trionfa
«degli inimici tuoi.
«Vieni a regnar su questo cor, su noi.»

(sorpresa, fremito, affanno, sdegno, relativo
a’ personaggi: quadro)


Argirio-Orbazzano-Tancredi-Isaura-Roggiero
Ciel che lessi/intesi/fece! oh tradimento!
Figlia indegna/infedele/infelice! quale orrore!
Di terrore/furore ingombro il core
geme/freme in sen, più fren non ha.
Amenaide
(Ciel, che feci!, fier cimento!
Me infelice! Quale orrore!
Di terrore ho ingombro il core;
Ah di me che mai sarà?)

Amenaide
Padre amato...

Argirio
Ed osi ancora
di fissar su mele ciglia!
Una rea non è mia figlia,
non ti son più genitor.

Amenaide
(a Tancredi)
Ma! tu almen...

Tancredi
La fé, l’onore
tu così tradir potesti!
Ah nel seno orror mi desti;
mori, indegna, di rossor.

Amenaide
(ad Orbazzano)
Empio, esulta...

Orbazzano
E tanto altera
in tua colpa ancor sarai?
Ma tremare alfin dovrai
là di morte fra l’orror.

Amenaide
Quanto fiero è il mio destino!
Quanto barbari voi siete!
Tutti rea mi credete,
e innocente è questo cor.

Coro
E innocente ancor ti vanti?
Morte avrai, ci desti orror.

Agirio, Orbazzano, Tancredi
Gli infelici affetti miei
a chi mai serbai finor!
Amenaide
Ah, se giusto, o ciel, tu sei,
mi difenda il tuo favor.

Coro
Vendetta! rigore
il core n’accenda,
tremenda discenda,
non s’oda pietà.

Amenaide
Tutti m’odiate?
M’abbandonate!
Pietà nemmeno
sperar potrò?

Coro
No.

Amenaide
Ah padre...

Argirio
T’invola!

Amenaide
(a Tancredi)
Saprai...

Tancredi
Seppi assai.

Amenaide
(ad Orbazzano)
Tiranno!

Orbazzano
Morrai!

Amenaide
(ad Isaura)
Amica!

Isaura
Fedele,
d’un fato crudele
fra l’aspre vicende,
ognor ti sarò.

Orbazzano e Coro
S’arresti.

Amenaide
Venite.

Orbazzano e Coro
Punirla.

Amenaide
Ferite.
Qual vissi, innocente
morire saprò.

Amenaide e Tancredi
Chi duol si orribile
provò sin’ora?
Come quest’anima
chi mai penò?

Argirio e Orbazzano
Padre più misero
vedeste ancora?
Figlia sì misera/perfida
salvar/amar si può?

Coro
No.

Tutti
Quale infausta orrendo giorno
di sciagure e di terrore!
Cupa voce suona intorno,
suon di morte gela il core.
Fremo, smanio, avvampo, tremo...
Ah qual fin tal giorno avrà?
(quadro relativo)

2. Akt Zurück zu: Libretto

Atto secondo ritorna a libretto



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© DRG, 21. März 2001