Atto secondo

Scene 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 |


 



Atrio


Scena prima
Mitrane, Guardie reali, Arbate

Mitrane
Alla reggia d’intorno
Cauto, Arbate, disponi i tuoi più fidi;
D’Assur veglia sull’orme: render vane
Le sue trame sapremo.



Scena seconda
Semiramide e Mitrane, damigelle indietro
 
 
Semiramide
Ebben, Mitrane!
L’indegno Assur...

Mitrane
Fremendo
Il tuo comando intese. E nol vedrai
La reggia abbandonar.

Semiramide
Tremi. Io saprei...

Mitrane
Eccolo.
(si ritira con le damigelle)

Semiramide
Io fremo.



Scena terza
Semiramide e Assur

Semiramide
(severa)
Assur, i cenni miei
Fur sacri, irrevocabili...

Assur
(marcato)
E sinora,
Regina, io li adorai.
Di me più fido non avesti... il sai.
Ed altra alle mie cure, alla mia fede
Sperai da Semiramide mercede,
E me ne lusingavi in que’ momenti.

Semiramide
(con fremito)
Oh tu! Che mai ricordi! e non paventi?
Tu la vedesti pur... l’udiste l’ombra
Irritata di Nino a noi d’intorno
Forse adesso invisibile... e tu ardisci!
(a mezza voce e con fiero rimprovero)
Tu, che al tuo re nel seno
Morte versasti?

Assur
(amaramente)
E chi apprestò il veleno?
Di morte il nappo a me chi porse?

Semiramide
Oh taci!
Perfido! L’arti tue vili e fallaci
Me seduceano incauta. Me di Nino
Dal talamo, dal soglio
Già scacciata spingevi.

Assur
E a chi allor prometevi
Quel talamo, quel soglio?

Semiramide
(fissan do Assur)
A me restava allora
Un figlio, dolce mia speranza ancora;
Egli perì.

Assur
S’egli vivesse, il soglio
Non premeresti or forse più.

Semiramide
Felice
Al figlio mio del mondo
L’impero io cederei.
Ma quel figlio perdei!
(fissandolo come sopra)
Misera! e forse
La stessa man che uccise il genitore...

Assur
(deciso)
Ma tu regni.

Semiramide
E tu vivi? Oh quale orrore!
(fiera e dignitosa)
Se la vita ancor t’è cara
Va. t’invola a’ sguardi miei;
Io l’aspetto non saprei
Più soffrir d’un traditor.

Assur
(con fierezza, marcato)
Pensa al men, Regina, in pria
Chi mi spinse al tradimento,
Che d’Assur potria un accento
Involarti soglio e onor.

Semiramide
Dèi tremarne: pria cadresti.

Assur
Solo forse non cadrei.

Semiramide
Meco è Arsace! degli Dei
Ei mi salva col favor.

Assur (affatto marcato)
Il favor, tu, degli Dei?
Scendi e trema nel tuo cor.

a2
Assur

Quella ricordati
Notte di morte;
L’ombra terribile
Del tuo consorte,
Che minaccioso
In fra le tenebre,
Il tuo riposo
funesta ognor.
I tuoi spaventi,
I tuoi tormenti,
Le angoscie, i palpiti
Leggier supplizio
Sono al colpevole
Tuo ingrato cor.

Semiramide
Notte terribile!
Notte di morte!
Tre lustri corsero,
E del consorte
L’ombra sdegnosa,
In fra le tenebre,
L’indegna sposa
Minaccia ognor!
I miei spaventi,
I miei tormenti,
Le angoscie, i palpiti,
A tuo suppizio
Gli Dei rivolgano,
Perfido cor.

Semiramide
Ma implacabile di Nino
Non è l’ombra, né il destino;
E’ da lor protetto Arsace;
Ei per me si placherà.

Assur
Quella vittima rammenta
Che di Nino l’ombra aspetta;
Alla giusta sua vendetta
Da me forse pria l’avrà.

Semiramide
In Arsace adora intanto
Il tuo re...

Assur
(fierissimo)
Ma Arsace!
(Musica festevole nella reggia.)

Semiramide
Senti!
Questa gioia! Quei concenti!
Il trionfo si festeggia
Del mio sposo, del tuo re.

Assur
Ma funesto in ciel lampeggia
Forse un astro ancor per te.

a2
Semiramide

La forza primiera
Ripiglia il mio core,
Regina e guerriera
Punirti saprò.
L’istante s’affretta
Felice, bramato!
Tu trema, spietato,
Cader ti vedrò.

Assur
La sorte più fiera
Già sfida il mio core,
Regina e guerriera
Temerti non so.
Si compia, s’affretti
L’acerbo mio fato,
Ma pria vendicato
Almeno cadró.


Interno del Santuario.


Scena quarta
Magi in adorazione. Oroe precede Arsace, accompagnato da’ Magi che avanzano religiosamente


Coro
In questo augusto - Soggiorno arcano
Inaccessibile - All’uom profano,
Sacro all’oracolo - D’un’invisibile
D’una terribile - Divinità,

Oroe, poi Coro
Inoltra intrepido - Arsace il pié.
L’alma t’accendano - Ardire e fé.
E’ la grand’ora - Giunta per te.
Sommesso adora - La volontà
D’un’invisibile - D’una terribile
Ma a te propizia - Divinità.

Arsace
Ebben, compiasi omai, qualunque sia
La volontà del Ciel, la sorte mia;
Intrepido de’ Numi i cenni attendo.

Oroe
L’alma prepara a orrendo
Colpo inatteso.

Arsace
E che?

Oroe
(con fremito)
Magi, recate
Quel serto, quell’acciaro,
e quel foglio.

(Tre Magi recano uno il serto, l’altro la spada, l’altro il foglio.)

Ti prostra. Il serto augusto
Io ti cingo di Nino.

Arsace
Come! Che fai? Ninia vive: vicino
A comparire, ed io,
Che servirlo giurai,
Lo tradirei così?

Oroe
Si squarci omai
Il tenebroso vel. Ninia tu sei.

(I Magi si prostrano.)

Arsace
(colpito)
Io? Che dicesti? Oh Dei!

Oroe
Fradate ti salvò. L’estinto Arsace
Te ognun credè.

Arsace
Nino dunque?

Oroe
E’ tuo padre.

Arsace
Semiramide?

Oroe
Fremi. Ella à tua madre.
L’empia!

Arsace
E’ mia madre, e tu!... perdona e come
Empia chiamarla ardisci?

Oroe
Leggi ed inorridisci:
(gli porge il foglio con gravità)
Gli empi conosci omai...
E’ il tuo dover.

Arsace
Ah tu gelar mi fai!
(legge)
«Nino spirante al suo fedel Fradate:
Io muoio... avvelenato.
Salva da egual periglio
Ninia, il mio dolce figlio...
Ch’ei mi vendichi un giorno.
Assur fu il traditore...
La mia perfida sposa...» Oh! qual orrore!
(s’abbandona fra le braccia d’Oroe)
In si barbara sciagura
Mi apri tu le braccia almeno;
Lascia ch’io ti versi in seno
Il mio pianto, il mio dolor.
A quest’anima smarrita
Porgi tu conforto, aita.
Di mie pene al crudo eccesso
Langue oppresso in petto il cor.

Oroe e Coro
Su, ti scuoti, rammenta chi sei.
Servi al Cielo; al tuo padre obbedisci,
Il suo acciaro tremendo brandisci;
Egli chiede a su figlio vendetta.
Egli t’arma. Alla tomba t’aspetta.
Va t’affretta a ferire, a punir.

Arsace
Sì, vendetta. Porgi omai:
(prende la spada)
Sacro acciar del genitore,
Tu ridesti il mio valore;
Già di me maggior mi sento;
Sì, del ciel nel fier cimento
Il voler si compirà.

Oroe e Coro
Pera Assur.

Arsace
Sì, l’empio cada.

Oroe e Coro
Semiramide...

Arsace
Ah! è mia madre.
Al mio pianto forse il padre
Perdonarle ancor vorrà.

a2
Oroe e Coro

Al gran cimento
T’affretta ardito,
E dalla tomba
Al soglio avito
Placato il padre
Ti guiderà.
Teco l’Assiria
Respirerà.

Arsace
Si vendicato
Il genitore,
A lui svenato
Il traditore,
Pace quest’anima
Sperar potrà.
Ai dolci palpiti
Di gioia e amore
Felice il core
Ritornerà.


Appartamenti di Semiramide


Scena quinta
Azema e Mitrane

Mitrane
Calmati, Principessa.

Azema
Cerchi invano
Confortarmi, o Mitrane.

Mitrane
Io ti compiango,
E sola tu non sei
La misera in tal dì.

Azema
Tutto perdei.
Lo sappia Semiramide. Tiranna!
Essa in Arsace, oh Dio! tutto m’invola.
Era Arsace il mio ben, l’idolo mio.



Scena sesta
Idreno e detti

Idreno
Arsace! Giusto ciel! Che intendo! ed io!
E tu, ingrata, e tu puoi
A lui serbar ancor gli affetti tuoi?
Sposo, il sai pure, Arsace
Or fia di Semiramide.

Azema
Ma stretto
Il nodo ancor non è.

Idreno
Ma la Regina
Sposa a me ti destina.

Azema
Obbedirò al suo cenno.

Idreno
E la tua mano?

Azema
La mano avrai, se la mia man tu brami.

Idreno
Io bramo e imploro sol, cara, che m’ami.
La speranza più soave
Già quest’alma lusingava,
E l’istante s’appressava
Più felice pel mio cor.
Te mia sposa, a questo seno..

Coro
Vieni, Azema. - Vieni, Idreno.
Là nel tempio... - A pié dell’ara...
La Regina là si rende.
Là con lei v’attende amor.

Idreno
Ah! sì, andiam... Ma tu sospiri?
Par che il pianto celi a stento!
(Ah ti frena in tal momento,
O geloso mio furor!)

Coro
Al più tenero contento
S’abbandoni il vostro cor.

Idreno
Sì, sperar voglio contento:
A chi t’ama cederai.
M’amerai, dividerai
Di quest’anima l’ardor
E con me delirerai
Nei trasporti dell’amor.

Coro
Sì, l’amor consoli omai
Di vostr’anime l’ardor.
(partono)



Scena settima
Semiramide e Arsace


Semiramide
No, non ti lascio, invano
Cerchi fuggirmi, ingrato!
E perché? e in tal momento!

Arsace
(confuso incerto)
Ah! tu non sai...

Semiramide
Con gioia io veda omai
Quel certo che ti cinse
L’ispirato Pontefice. Ti mostra
All’esultante popolo. Ti miri
E frema Assur...

Arsace
Assur! Ah! l’empio spiri,
Si lavi nel reo sangue
Il parricidio orrendo
E si vendichi Nino.

Semiramide
Oh ciel! Che intendo!
Nino!... Che parli tu?

Arsace
Nino!
(vorrebbe parlare)
Ah non posso.

Semiramide
Quel tremendo prodigio,
Quell’ombra ancora il tuo pensier funesta?
Calmati, sposo mio...

Arsace
Taci, t’arresta...
Fuggi. Non l’odi?... Il ciel freme. Non vedi
Un Nume minaccioso
Che ci divide e ti respinge? Ah! vanne,
Salvati.

Semiramide
Quai trasporti! quali accenti!

Arsace
Non più, lasciami...

Semiramide
Ch’io
Ti lasci? ora! deh! Arsace...
(prendendolo per la mano, arrestandolo con passione)

Arsace
Oh, padre mio!
(cava il foglio, lo porta al cuore, alla bocca)

Semiramide
Che foglio è quel che bagni del tuo pianto?
Che fissi con orror?

Arsace
E orror n’avresti
Se tu sapessi mai!...

Semiramide
Da chi l’avesti?

Arsace
Dai Numi.

Semiramide
Chi lo scrisse?

Arsace
Spirante il padre mio.

Semiramide
Porgilo.

Arsace
Trema.

Semiramide
Obbedisci: lo voglio.

Arsace
(le porge il foglio)
Ebben, misera! leggi. Ah! sia quel foglio
Il sol castigo almen, pietosi Dei,
Che riserbate a lei.

Semiramide
(lascia cadere il foglio)
Che penetrai!
Tu! Quale orror!
(si copre colla mano la faccia)

Arsace
Tutto è palese omai.
(Breve silenzio; Semiramide rinviene a se stessa, e con fermezza e affanno:) Ebbene, a te, ferisci;
Compi il voler d’un Dio,
Spegni nel sangue mio
Un esecrato amor.
La madre tua punisci,
Vendica il genitor.

Arsace
Tutto su me gli Dei
Sfoghino in pria lo sdegno;
Mai barbaro a tal segno
Sarà d’un figlio il cor.
In odio al ciel tu sei
Ma sei mia madre ognor.

Semiramide
M’odia, lo merto.

Arsace
Calmati.

Semiramide
Io già m’abborro. Svenami,
Figlio di Nino!

Arsace
Misera!
Ah! tu mi strappi l’anima.
Ti calma, per pietà.

Semiramide
Piangi? La tua bell’anima
Ha ancor di me pietà.
(guardandolo come implorando perdono)
(Arsace si getta fra le di lei braccia, esso la stringe con trasporto; restano abbracciati.)


Semiramide e Arsace
Giorno d’orrore! - E di contento!
Nelle tue braccia - In tal momento,
Scorda il mio core - Tutto il rigore
Di sua terribile - Fatalità.
E’ dolce al misero - Che oppresso geme,
Il duol dividere - Piangere insieme,
In cor sensibile - Trovar pietà.

Arsace
Madre, addio.

Semiramide
T’arresta. Oh Dio!
Senti... e dove?

Arsace
Al mio destino...
Alla tomba, al padre, a Nino...

Semiramide
Ei vuol sangue.

Arsace
E sangue avrà.

Semiramide
E qual sangue!

Arsace
Tu serena intanto il ciglio,
Calma, o madre, il tuo terror.
Or che il ciel ti rende il figlio
Dèi sperar nel suo favor.
Vo a implorar per te perdono,
A punire un traditor.

Semiramide
Ah! non so di qual periglio
Fier presagio agghiaccia il cor.
Or che a me rendesti il figlio
Ciel, lo salvi il tuo favor.
Ah! sperar non so perdono,
Troppo giusto è il suo furor.

Semiramide
Dal terribile cimento
A me riedi vincitor.

Arsace
Dal terribile cimento
Sì, m’attendi vincitor.
(partono)




Parte remota della reggia, attigua al Mausoleo di Nino


Scena ottava

Assur

Assur
Il dì già cade. Ah! sia
L’ultimo per Arsace.
Pera omai quell’audace.
Tutto il gran colpo affretta. In quella tomba
Ove Nino da me... da lei già spinto...
E se là... se quell’ombra... Vil terrore!
Io..

(Varie voci da opposti lati.)

Voci
Assur!...

Assur
Qual rumor!

Voci
Assur!

Assur
Quai voci!

Vari Satrapi
(escendo)
Assur!



Scena nona
Satrapi da varie parti, e Assur

Assur
Eccomi. Ebbene! E che recate
Agitati così? che fu? Parlate.

Coro
Ah! la sorte ci tradì.
Più di vendetta omai speme non c’è.
Non v’è soglio più per te.

Assur
Più vendetta? più soglio? e perché?

Coro
Oroe dal tempio escì...
Al popolo, al guerrier
Da noi mossi a furor -si presentò-
Nino, il Ciel, parlare ei fe...
Quel vil popolo atterrì,
Il tuo nome desta orror.
Sull’Assiria al nuovo dì
Uno Scita regnerà.
Ah la sorte ci tradì.
Più vendetta omai non c’è;
Non v’è soglio più per te.

Assur
(con energia)
Sì, vi sarà vendetta. Io vivo ancora.
Io solo basto. Per ignota via,
Di Nino nella tomba
Là si discende... Io solo
L’empio a svenar, a vendicarvi io volo.
Trema, Arsace... Ah! che miro?
(s’avvia alla tomba... s’arresta ad un tratto, come colpito da un oggetto terribile... da visione spaventevole)
Su quella soglia! e che! folle! deliro?
(s’avanza, e con raccapriccio)
Qual mano! man di ferro mi respinge?
E chi? Desso! Oh quai sguardi! un brando stringe,
S’avventa a me. Fuggiamo. Ah! ch’ei m’arresta.
Lasciami. Il crin m’afferra.
D’un pié sfonda la terra...
L’abisso ei me l’addita.
Ei mi spinge. Ah no! Ciel! né poss’io
Da lui fuggir?... Come salvarmi! Oh Dio!
Deh! ti ferma, ti placa, perdona.
Togli a me quel terribile aspetto.
Quell’acciaro già sento nel petto.
Quell’abisso mi colma d’orror.
Alla pace dell’ombre ritorna,
Ah! pietà dell’oppresso mio cor.

Coro
(sottovoce, osservandolo)
E che avvenne! a chi parla! ei delira,
Geme, smania, affannoso sospira.
Che mai turba, atterrisce quel cor?
Ah! signore... Assur!

Assur
(con voce sommessa)
Tacete.
Oh!.. fuggite...

Coro
Su, ti scuoti.

Assur
Ei minaccia... lo vedete?

Coro
Chi?

Assur
V’è ancor?

Coro
Tu sol con noi
Qui tu sei.

Assur
(a poco a poco girando lo sguardo)
Ma come? e voi?
(rianimandosi)
Là finor... sparì!... respiro,
Fu deliro!... un sogno!... ed io!
Io d’un’ombra! Oh mio rossor!
Se un istante delirai,
Se a voi debol vi sembrai,
D’un avverso Dio fu incanto,
Ma atterrirmi invan tentò.
Quei Numi furenti - Quell’ombre frementi,
L’orror delle tombe - Vo ardito a sfidar.
De’ Numi, del fato - Dell’ombre di morte
Quest’anima forte - Saprà trionfar.

Coro
De’ Numi, del fato, - dell’ombre, di morte,
Un’anima forte - saprà trionfar.
(Assur entra ardito. Il coro si disperde.)




Scena decima
Mitrane, Arbate con guardie

Mitrane
Oh nero eccesso! In suo furor insano
Violar osa il traditor l’augusta
Santità delle tombe! Circondate
Voi questi luoghi! Là rimanti, Arbate,
Pronto a piombar su quei ribelli. Io volo
A prevenir la Regina. Ah! questa
Notte d’orror a lei no sia funesta!
(Arbate e le guardie si ritirano. Mitrane
dall’altra parte.)





Interno sotterraneo del mausoleo di Nino. L’urna che contiene le ceneri di Nino è nel mezzo.


Scena undicesima
I Magi discendono; alcuni sono armati di pugnali; avanzano declamando il seguente:


Coro
Un traditor -Con empio ardir,
Minaccia penetrar, a reo disegno
Fra questi sacri orror. -Morte all’indegno.
Lontan rumor, -Dubbi aggirar
S’ode d’incerto pié. -Chi mai sarà?
Ah forse il giovin re!
Se fosse il traditor!
In tanta oscurità! - O Dio vendicator,
Scoprila al mio furor - L’empio si svenerà.
Cadrà. Morrà.
(Si disperdono e scondono fra le volte;; poi Oroe con Arsace.)


Arsace
Qual densa notte! -ove scendiamo! e quale
Invincibil terror il cor m’assale.
Un raccapriccio. Un tremito. Un orrendo
Presagio che m’agghiaccia. Io non saprei
Perché, ma piango.

Oroe
Al grande istante or sei.
Snuda quel ferro... Ardire!
Non pensar che a ferire.

Arsace
Ma chi ferir degg’io!
La vittima dov’è?

Oroe
La guida un Dio.
(si ritira)

Arsace
Tremendo arcano! Ah il solo Assur! Oh padre
Sì, a pié della tua tomba,
A te lo immolerò.
(va aggirandosi, e si perde di vista)

(Assur si presenta da parte oposta.)

Assur
Fra questi orrori,
Furie che m’agitate,
Reggete i passi miei, l’acciar guidate.
Orgoglioso rival, a mie vendette
T’abbandona la sorte.
Qui troverai la morte
E la tomba.
(va sperdendosi fra le volte)

(Semiramide dal fondo.)

Semiramide
Già il perfido discese;
Fra queste opache tenebre celato
Attende la sua vittima; ma armato
E’ il braccio d’una madre. Oh tu, che sposo
Io più nomar non oso, accogli intanto
D’un cor pentito e desolato il pianto.
Al mio pregar t’arrendi;
Il figlio tuo difendi.
Perdonami una volta,
Abbi di mi pietà...
(resta sospirosa a piè della tomba di Nino)

Arsace
(ritornando da opposta parte)

Dei! qual sospiro!
Padre, sei tu?

Assur
(ritornando)
Dove m’aggiro?

Semiramide
Oh! cielo!

Assur
Chi geme? Ah! forse...

Arsace
Oh madre!

Semiramide
Io tremo!

Assur
Io gelo.

Semiramide, Arsace e Assur
L’usato ardir, - Il mio valore dov’è?
Dov’è il mio cor? - Ah! il sento languir
In tanto orror. - Che mai sarà di me?
Che far dovrò? - Misera(o), oh Dio, nol so!
(Restano in analoghe attitudini di terrore e di affanno.)

Oroe
(dietro la tomba con suono solenne)
Ninia, ferisce!

Assur
(colpito)
Ninia!

Arsace
(riconosce la voce)
Assur!

Semiramide
(del pari)
Il figlio!

Assur
(come sopra)
Arsace!
Ov’è?..
(cercandosi fra l’oscurità)


Arsace
Pera!

Semiramide
Si salvi!

Arsace
Padre mio,
Ecco la tua vendetta.
(Mentre tenta ferire Assur, che lo cerca in altra parte, Semiramide gli si presenta, ed egli la ferisce credendola Assur.)
Iniquo, mori...

Semiramide
(cadendo dietro la tomba di Nino)

Oh Dio!

Oroe
Magi... Guardi...

(compariscono in gruppi i Magi con fiaccole e le guardie.)
(segnando Assur che rimane sorpreso)


di Nino...
L’uccisore arrestate.
Ninia in Arsace, e il vostro re mirate.

(Tutti si prostrano avanti Ninia.)

Assur
(disarmato)
Egli Ninia! Oh destino!

Arsace
(veggendosi avanti Assur)
Tu vivi? Ma chi dunque io là svenai?
E questo sangue?

Oroe
Il Cielo è pago omai.
Compiuta è la vendetta.
Vieni. Colui sia tratto alla sua sorte.

Assur
Più orrendo a me di morte
E il vederti mio re.
(nel mentre fa per partire fra le guardie, s’avvede di Semiramide estinta dietro la tomba)
Ma... oh gioia! ancora
Di me più disperato
Posso lasciarti.
(con feroce esultanza)
Là, superbo, mira:
Contempla l’opra tua... Guarda chi spira.

Oroe
(frapponendosi)
Ah! no...

Arsace
Lascia...

Assur
(con forza e gioia)
E’ tua madre.
(vien condotto dalle guardie)

Arsace
(con raccapriccio ed angoscia)
Mia madre! ed io! che orror! ed io potei!
Ma voi, barbari Dei, voi che guidaste
La destra, i colpi!
(con impeto)
Ah! dov’è quell’acciaro?
Rendilo al mio furore.
Odiosa, funesta,
E’ a me la vita omai...
(cerca ferirsi: è trattenuto da Oroe, fra le di cui braccia s’abbandona svenuto)

Oroe e Coro
Ferma... T’arresta.

Coro generale
Vieni, Arsace, al trionfo, alla reggia,
Del dolore all’eccesso resisti;
Tu de’ Numi al volere servisti:
Lieta omai fia l’Assiria con te.
Vieni, il popolo esulta, festeggia;
Vegga, adori il novello suo re.
(La scena si rempie di satrapi, Grandi e popolo.
Quadro analogo.)




Zurück zu: Libretto

ritorna a libretto



Home Page   |   Neuheiten   |   DRG   |   Rossini

Home Page   |   Novità   |   DRG   |   Rossini

© DRG, 18. Januar 2001