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Vasta campagna sparsa d'alberi. Da un lato
grand'albero fra i di cui rami.sta... 
Don Isidoro, scrivendo; indi Rodrigo con gli armigeri; poi Ginardo a spada nuda.
ISIDORO 
(scrivendo) 
Settecento ottanta mila 
Quattrocento ventitrè 
Sopra il letto della gloria 
Fur trovati in fricassé, 
E alla morte, che volea 
Far il conto delle teste 
Gli saltarono le creste 
Che tre volte si sbagliò. 
Che bel dir! Che stile enfatico! 
Grande onore io mi farò; 
Vale a dir: applausi, etcetera. 
E i sbadigli addoppierò. 
CORO 
Vinto, avvilito - Profugo errante 
Ha l'inimico - L'ali alle piante. 
Di Corradino - La destra armata... 
ISIDORO 
(affacciandosi dai rami, e chiamando) 
Ehi! Giovanotti? - E terminata? 
Siamo in sicuro? - Posso calar? 
CORO 
Don Isidoro! - Don Isidoro! 
ISIDORO 
Servitor loro - Servitor loro. 
Non v'è pericolo? - Posso discendere? 
CORO 
Sì, sì: coraggio. 
ISlDORO 
Eh! N'ho da vendere. 
Vi farò estatici - Trasecolar. 
CORO 
Che mai ci avete - Da raccontar? 
Mentre discende aiutato dagli armigeri, entra Ginardo.
ISIDORO 
(aprendo uno scartafaccio) 
Ascoltate. 
GINARDO 
Cos'è, signor poeta; 
Lassù che facevate? 
ISIDORO 
Bagattelle! 
Fedelissimamente 
Della nostra vittoria 
Ha descritta la storia. 
GINARDO 
Il fatto d'armi 
Più d'un miglio lontano è succeduto. 
ISIDORO 
Ma l'occhio de' poeti è un occhio acuto. 
GINARDO 
Sarà: ma non ci credo. 
ISIDORO 
Attenzione: 
Vera, nuova e distinta relazione. 
Allo squillo della tuba, 
Al fragor della catuba, 
Si schieraro tutti in fila 
Centoottantacinquemila. 
GINARDO 
Tutti in fila! 
ISIDORO 
E in ordinanza, 
Non badando al gran proverbio 
Ch'è assai meglio la sua panza 
Per i fichi conservar. 
GINARDO 
O patisce assai di vista, 
O fa male il computista. 
Tutti insieme, veda lei, 
Eravamo trentasei. 
ISIDORO 
Trentasei! 
GINARDO 
Né più, né meno, 
E calando in gran disordine 
In tre canne di terreno 
I nemici si affrontâr. 
ISIDORO 
Là saltavano cappelli, 
Qui schizzavano cervelli. 
GINARDO 
Non è vero. 
ISIDORO 
Non importa. 
E del sangue in mezzo al guazzo, 
Scalzo in fin sopra i ginocchi, 
Con un moccolo un ragazzo 
Vi pescava denti ed occhi. 
(piano a Ginardo) 
Bella idea! Ma l'ho rubata: 
Non lo state a propalar. 
GINARDO 
(tirandolo a parte) 
Zitto qua: sotto voce, pian piano. 
Hai veduto, ma troppo lontano 
Fu la guerra un affar di mezz'ora. 
L'inimico ci vide e sparì. 
ISIDORO 
Senti qua, ma non dirlo alla gente: 
L'ingrandire non costa poi niente. 
Lo scrittore fa i nani giganti, 
E la storia si scrive così. 
GINARDO 
Bestia! 
ISIDORO 
Grazie. 
GINARDO 
Scioccone! 
ISIDORO 
Obbligato. 
GINARDO 
Via correggi. 
ISIDORO 
Non muto un concetto. 
GINARDO 
Ma l'affare così non è stato. 
ISIDORO 
Ma così fa migliore l'effetto. 
Frasi immense, parole sonanti, 
Son lo stile che s'usa oggidì. 
GINARDO 
(Che cervello bislacco e balzano! 
Salta qua, salta là, sempre vola. 
Il giudizio vi cerchi: ma invano. 
È poeta; ergo matto sarà.) 
ISIDORO 
Ma vedete che pazzo profondo! 
Salta su, salta giù, sempre vola. 
Non conosce l'usanza del mondo; 
Cose grandi, ed effetto si fa. 
Lasciamo l'epopea, 
Ed entriam nel bernesco. Corradino, 
Quell'uom di buona grazia 
Dove sta? 
Aliprando con alcuni armigeri, e detti.
ALIPRANDO 
Corradino, 
Fugati i suoi nemici 
M'impose di lasciarlo, avido forse 
Di qualche illustre impresa, e nella selva 
Volle solo inoltrarsi 
Di Don Raimondo in traccia. 
ISIDORO 
E se lo trova? 
GINARDO 
Lo sfida. 
ISIDORO 
E poi? 
ALIPRANDO 
Si battono. 
ISIDORO 
Bel gusto! 
ALIPRANDO 
Ma ritorniamo intanto 
Verso il castello: e di Matilde andiamo 
Il core a consolar. 
ISIDORO 
Povera donna! 
ALIPRANDO 
Oh! come penerà! 
ISIDORO 
La vera pena 
È l'aver poco a pranzo e niente a cena. 
Partono presso gli armigeri, che marciano
dalla parte opposta di quella da cui sono venuti. 
Edoardo a spada nuda seguito da Udolfo da una parte del bosco.
EDOARDO 
O mia liberatrice! O mia pietosa 
Giovinetta Matilde! Il carcer mio 
Si disserrò per te. Vieni, t'affretta, 
Tu che per cenno suo 
Sì cortese mi fosti: al mio castello 
Rivolgi i passi, e larga avrai mercede; 
Ché cercando mio padre io volgo il piede. 
(Udolfo esce)
D'un padre nel periglio 
Poco farà, se ancor perisce un figlio. 
(s'inselva) 
Raimondo, fuggiasco e sospettoso, ed Edoardo nella selva.
RAIMONDO 
Sarai contenta alfine 
Revolubil Fortuna! Io già tenea 
La mia man nel tuo crine, e il mio nemico 
Dovrà fuggirmi innante. 
Ma tu crudel! cangiasti in un istante. 
S'involano i miei prodi, e non m'avanza 
Un lampo di speranza. 
Inutil arma è il pianto: 
E il figlio... il figlio mio perduto ho intanto! 
Ah! Perché, perché la morte 
Non ascolta i pianti miei? 
Nella tomba io troverei 
Ogni mia felicità. 
La speranza m'abbandona. 
Più non vedo che periglio, 
E il pensar che perdo un figlio... 
(gridando per eccesso di smania) 
Figlio... 
EDOARDO 
Padre... 
RAIMONDO 
Sogno?.. o sento? 
Forse.. Ah! come?.. Il cor s'inganna. 
Figlio... 
EDOARDO 
Padre... 
RAIMONDO 
Qual momento! 
EDOARDO 
Padre... Padre... 
RAIMONDO 
Che sarà? 
Ah! Se ancora un'altra volta 
Ei ritorna al dolce amplesso, 
Io morrò di gioia oppresso: 
Così morte orror non ha. 
Ah! Se questo è un bel sogno, 
Ch'io non mi desti più! Presso la voce 
Scorrerò la foresta, 
Il figlio chiamerò... 
Corradino a spada nuda, indi Edoardo a spada nuda, e detti.
CORRADINO 
(presentandosi improvvisamente da una parte della foresta)
Ferma, t'arresta. 
RAIMONDO 
Che pretendi? 
CORRADINO 
Fra noi 
Terminare il cimento. 
RAIMONDO 
Lasciami un sol momento, 
E a te ritornerò. 
CORRADINO 
Vile! Tu credi 
Involarti così. 
RAIMONDO 
Che vil non sono 
T'insegnerà il mo brando. 
CORRADINO 
Il brando tuo 
Darà lampi e non colpi. I tuoi guerrieri, 
Degni di te, ti abbandonaro, ed ora 
Che teco a solo a battagliar discendo, 
Chi ti difenderà? 
Si scorge Edoardo discendere precipitosamente da un'altura.
EDOARDO 
Io lo difendo. 
Padre... 
RAIMONDO 
Figlio... 
CORRADINO 
Voi! 
EDOARDO e RAIMONDO 
M'abbraccia. 
CORRADINO 
Ma come! 
RAIMONDO 
Figlio. 
EDOARDO 
Padre. 
CORRADINO 
Voi! 
CORRADINO, EDOARDO e RAIMONDO 
Che istante! 
Combattuto, delirante 
Sogno? Veglio? ancor non so. 
EDOARDO 
Deh! serena il mesto ciglio, 
Ci sorride la fortuna: 
Al tuo sen ristringi il figlio, 
Il tuo pianto terminò. 
RAIMONDO 
Ora sfido il mio periglio, 
Mi sorride la fortuna: 
Al mio sen ristringo il figlio; 
Il mio pianto terminò. 
CORRADINO 
Oh! qual gelido veleno 
Circolar mi sento in petto, 
Un sospetto batte in seno, 
La mia gioia terminò. 
EDOARDO 
Pugnar tu vuoi? 
CORRADINO 
Rispondi: 
Qui libero ti vedo, 
Dall'onor tuo lo chiedo: 
I ceppi chi spezzò? 
EDOARDO 
Matilde. 
CORRADINO 
Che!.. Matilde! 
No, tu mentisci: no. 
EDOARDO 
(con l'espressione dell'entusiasmo) 
Matilde ha bella l'anima, 
Matilde ha bello il core, 
Matilde è tutt'amore, 
Matilde mi salvò. 
CORRADINO 
(Io la credea sì tenera, 
E l'empia m'ingannò!) 
EDOARDO e RAIMONDO 
(a Corradino) 
All'armi, all'armi, o barbaro. 
Vieni a pugnare, affrettati... 
(fra loro) 
Perché, perché sì torbido?.. 
Che pensa mai, che medita?.. 
Chi sa che idea terribile 
Lo fa così agitar! 
CORRADINO 
(da sé, disperato) 
Femmine tutte perfide! 
(a Raimondo ed Edoardo) 
Lasciatemi, involatevi. 
(da sé) 
Oh qual segreta smania 
Il cor divora e lacera! 
Ma di vendetta il fulmine. 
Fra poco ha da piombar. 
Corradino parte nell'eccesso della collera, ed Edoardo e Raimondo entrano nella selva.
Galleria nel castello di Corradino. 
La Contessa, indi Matilde.
CONTESSA 
Edoardo fuggì. L'oro sedusse 
Il facile custode. Qui signora 
Era sola Matilde, e sovra a lei 
Il sospetto cadrà. Di Corradino 
L'alma conosco ed il furor. Fra poco 
Vendicata sarò. 
MATILDE 
(Né alcun ritorna! 
Ah! Mi palpita il cor!) 
CONTESSA 
(Ecco colei! 
Ih! quanto fumo! Due minuti, e forse 
Il fumo sparirà.) 
Isidoro, indi Ginardo, Aliprando e detti.
ISIDORO 
Ma che battaglia! 
Che ticche tach! Che strette! 
Sessantamila ne ho tagliati a fette! 
MATILDE 
Sessantamila! 
ISIDORO 
Tondo; o se mai sbaglio 
Poco più; poco meno. 
MATILDE e CONTESSA 
E Corradino? 
ISIDORO 
Corradino verrà. Le teste grandi 
Con il commodo lor fanno le cose. 
GINARDO 
Siam qui, belle ragazze. 
ALIPRANDO 
L'inimico 
Ci vide e s'involò; ma il nostro eroe 
Volle solo inoltrarsi 
Nella foresta per trovar Raimondo, 
E sfidarlo a duello. 
MATILDE 
E lo lasciaste? 
ALIPRANDO 
Severo il comandò. Vicino è il bosco; 
Lo credea già tornato. 
MATILDE 
Che incertezza crudel! Qualche sventura 
Mi predice il mio cor! 
ISIDORO 
(Quanta premura!) 
MATILDE 
Ah! per pietà correte 
Ite in traccia di lui. Finché nol vedo, 
Ah! no: non so s'io viva. 
S'ode un forte rollo di tamburro.
ISIDORO 
(spaventato, tremando) 
Innocente son io. 
GINARDO 
Ecco che arriva. 
Corradino con quattro armigeri, e detti. 
Tutti gli si affollano intorno, ed egli con un gesto risoluto li
allontana. 
CORRADINO 
A me Edoardo. Va' Ginardo, vola: 
Qui lo voglio all'istante. 
CONTESSA 
(Par che tutto già sappia.) 
MATILDE 
(Il suo sembiante, 
Che tranquillo non è, mi dice assai.) 
ALIPRANDO 
(Concentrato così! Che sarà mai!) 
ISIDORO 
(cava un foglio, lo spiega e segue leggendo Corradino che
passeggia smanioso e taciturno) 
«A Sua Maestà spaventevolissima 
Corradino Cuor di Ferro 
Per la vittoriosa vittoria, in cui il vincitore 
Vinse i vinti. 
Sonetto Romantico.
Al tarappattattà dello tamburro 
E al cicche ciacche di fulminee spade, 
I nemici cascar, siccome cade 
Dalla padella il liquefatto burro; 
E... »
CORRADINO 
Zitto. 
ISIDORO 
(piegando il foglio) 
(Bell'incontro! Una pensione 
Adesso è assicurata.) 
GINARDO 
(tornando) 
Altezza, la prigione è diserrata. 
Il custode è fuggito. 
Edoardo non v'è. 
ALIPRANDO 
Che sento? 
MATILDE 
E come? 
CONTESSA 
(Oh gioia immensa!) E l'empio autor di questa 
Trama infernal, chi sarà mai? 
CORRADINO 
(Prevedo 
Qualche gran terremoto, e già le gambe 
Mi diventano un x.) 
CORRADINO 
Bella Matilde, 
Di questo avvenimento 
Voi che cosa ne dite? 
ISIDORO 
(Il temporale 
Par che pigli di là.) 
MATILDE 
Signor... mi sembra!.. 
Rodrigo con lettera e detti.
RODRIGO 
Cento mila perdoni. Questa lettera 
A Matilde Shabran recò un guerriero. 
Me la dette e partì. 
MATILDE 
(la prende) 
Lettera? Ebbene, 
La leggerò con commodo. 
CORRADINO 
(con impero) 
Leggetela. 
MATILDE 
Qual premura, signor? 
CONTESSA 
(Forse la sorte 
Seconda il mio furor.) 
CORRADINO 
(a Matilde) 
Tu...: perché tremi? 
MATILDE 
Io tremar? 
CORRADINO 
Leggi... Ieggi... 
ALIPRANDO 
(Ohimè! Che imbroglio!) 
ISIDORO 
(La grandine è vicina.) 
CORRADINO 
A me quel foglio. 
(Corradino strappa il foglio a Matilde e legge fremendo) 
«Alla bella Matilde Shabran; il tuo nome sarà scolpito nel mio
cuore, anche dentro la tomba: e sarà l'ultima voce pronunziata
dall'affettuoso mio labbro. Per te caddero i miei ceppi. Ah! non
sarò felice, che quando mi getterò a' piedi della mia bella
liberatrice. 
Edoardo Lopez.» 
È palese il tradimento.
MATILDE 
Mente il foglio, o ad arte è scritto. 
CONTESSA 
Ella è rea. 
MATILDE 
Non ho delitto. 
L'innocenza brillerà. 
CONTESSA 
Passagger che si confonde, 
E inciampando balza e casca, 
CORRADINO 
Un vascello in preda all'onde 
Quando bolle la burasca, 
MATILDE 
Una face, che lontana 
Improvvisa manca e sviene, 
ALIPRANDO 
Un assalto di quartana, 
Che tremar fa polsi e vene, 
ISIDORO 
Un poeta indebitato, 
Che non sa come pagar, 
GINARDO 
Un castello fracassato, 
Ch'è vicino a sprofondar, 
MATILDE e CORRADINO 
In sì tragico momento 
D'impensato cangiamento, 
CONTESSA, ISIDORO, GINARDO e ALIPRANDO
Rassomiglia al mio/suo cervello, 
Che dubbioso, irresoluto, 
Sconcertato, combattuto, 
Cosa mai pensar non sa. 
CORRADINO 
Perfida, invan tu piangi. 
È finto quell'affanno. 
A morte ti condanno. 
MATILDE, GINARDO e ALIPRANDO 
A morte! 
Matilde cade come svenuta sopra un sedile.
ISIDORO 
Bagattella! 
GINARDO e ALIPRANDO 
(Sì giovane! Sì bella!) 
CONTESSA 
(Al fin son vendicatal 
Comincio a trionfar.) 
ISIDORO 
(Povera disgraziata! 
Mi vien da singhiozzar.) 
MATILDE 
Morir!.. Morir!.. Non palpito 
Di morte al freddo orrore; 
Ma il perdere il tuo cuore, 
Questo gelar mi fa. 
CORRADINO 
Spergiura! 
ALIPRANDO 
Almen l'udite. 
MATILDE 
Signor, sono innocente. 
ISIDORO, GINARDO e ALIPRANDO 
Grazia per lei. 
CORRADINO 
No: mente. 
Per lei non mi parlate 
Invano mi tentate. 
Morte su lei già sta. 
GINARDO e ALIPRANDO 
(Salvarla chi potrà?) 
CONTESSA 
(Oh! gioia! Ella morrà.) 
ISIDORO 
(Freddo venir mi fa.) 
MATILDE 
(Né troverò pietà.) 
CORRADINO 
Fra quattro armigeri - Immantinente 
Presso al castello - Di Don Raimondo, 
Dove precipita - L'ampio torrente, 
Ora tu stesso - La guiderai; 
Nella voragine - La gitterai. 
Vita per vita - Trema per te. 
MATILDE 
Oh Ciel! Che fulmine! 
GINARDO e ALIPRANDO 
(Che rio decreto!) 
CONTESSA 
(M'inonda l'anima - Piacer secreto.) 
ISIDORO 
Ci vuole un core - Da can barbone, 
Io son coniglio - Non son leone: 
D'una giuncata - Sono il ritratto. 
Questo mestiero - Mai non ho fatto. 
CORRADINO 
Vita per vita - Trema per te. 
MATILDE 
Io cadrò vittima - D'un tradimento 
Ma pure, o barbaro - Non mi lamento, 
Ché l'innocenza - Lieta mi fa. 
E l'innocenza - Trionferà 
CONTESSA 
Per una femina - Che bel momento! 
Il cor mi giubila - Nel suo tormento 
Oh inesprimibile - Felicità! 
Di più quest'anima - Bramar non sa. 
GINARDO e ALIPRANDO 
A quelle lagrime - A quell'accento 
Il cor mi palpita - Straziar mi sento. 
No: di colpevole - Volto non ha. 
Misera giovine! - Morir dovrà. 
CORRADINO 
A quelle lagrime - A quell'accento 
Dolce incantesimo - Nel cor mi sento; 
Ma la mia collera - Trionferà. 
(ad Isidoro ed agli armlgeri, con impero) 
Precipitatela - Senza pietà. 
ISIDORO 
(da sé, figurandosi la caduta di Matilde) 
Non è possibile - Fo testamento. 
Che capitombolo! - Oh che spavento! 
Pliffete plaffete - L'acqua farà... 
(scuotendosi con paura) 
Dice benissimo - Vostra Maestà. 
Partono.
Bosco fra il castello di Corradino e di
Raimondo presso la valle del torrente. 
Edoardo, Udolfo e quattro armigeri della fazione Lopez, indi Isidoro di dentro.
EDOARDO 
Forse tardi parlasti, 
Forse tardi svelasti, 
Che Matilde non fu; ma la Contessa, 
Che sciolse i ceppi miei. Ah! Ch'io pavento 
Qualche tremendo inganno; 
Forse Matilde... ah! Ne morrei d'affanno. 
S'ode un tamburo scordato, che s'avvicina suonando tristamente.
ISIDORO 
(di dentro) 
Alto! 
EDOARDO 
Facciam silenzio; nascondiamoci: 
Gente armata e una femina s'avanza. 
Si nascondono. 
Matilde fra quattro armigeri guidati da Isidoro, e detti nascosti.
ISIDORO 
Che serve il singhiozzar? Non v'è speranza. 
Incrollabile io son. 
MATILDE 
Sono innocente. 
ISIDORO 
Nequaquam... ehi! Sentite attentamente. 
Trattenetevi là. 
Gli armigeri si ritirano.
MATILDE 
Barbaro! E come 
Ti regge il cuor? 
ISIDORO 
Il cuor? Ma voi che dite? 
Io gettarvi nell'acqua? E che? Son pazzo? 
Nemen le mosche a mezzo luglio ammazzo. 
Udite, il tempo vola. 
Vi lascio qui: ma datemi parola 
Di buttarvi da voi... eh? Me la date? 
Da brava: non burlate. A Corradino 
Con gran sesquipedali parolone, 
Io farò la superba relazione. 
Per sempre addio: non ci vedrem mai più. 
(Che si butti davvero? Eh! Non lo credo 
Nemmeno se lo vedo. Ora a palazzo 
Infilzerò bugia sopra bugia: 
Poi colgo un contratempo, e scappo via. 
Con finto pianto ora ingannar bisogna 
Quella feroce, assassinesca razza.) 
E morta... è morta; oh povera ragazza! 
(entrando) 
Matilde, indi Edoardo, Udolfo ed armigeri.
MATILDE 
Misera! Che farò fra questa bruna 
Tortuosa foresta? Oh se sapesse 
Il giovane Edoardo, 
Che nel fior de' miei giorni, 
Solo per lui son condannata a morte. 
Sì: sull'ali del vento, 
Volerebbe a salvarmi. 
EDOARDO 
(Oh ciel! Che sento?) 
MATILDE 
Ebbi pietà di te; ma i ferri tuoi 
Io spezzar non dovea. Trama d'Averno 
Parer mi fece rea, tu col tuo scritto 
Al sognato delitto 
Ogni dubbio togliesti! 
EDOARDO 
(Ah! Che mai feci!) 
MATILDE 
Innocente son io; ma che mi giova, 
Se ad un'ingiusta morte 
Son condannata intanto? 
EDOARDO 
Matilde non morrà. Tergi quel pianto. 
No; Matilde: non morrai. 
A svelar l'inganno io volo. 
Co' i miei fidi or tu n'andrai, 
Ti fia scudo il genitor: 
A te sacro è il braccio e il cor. 
MATILDE 
Dileguate, o crudi affanni: 
L'innocenza in me scintilla. 
Cavalier, se tu m'inganni 
Saria troppa crudeltà... 
E Matilde ne morrà. 
EDOARDO 
Vanne e spera. 
MATILDE 
Un solo accento. 
EDOARDO 
Se sapessi... 
MATILDE 
Una parola. 
EDOARDO 
Periglioso è anche un momento. 
La rivale... 
MATILDE 
Ah! Corri: vola. 
Forse... oh Dei!. se tardi.. ah no! 
Vanne, o caro: a te mi affido, 
Innocente ho ii core in petto, 
Se mi salvi, il fato io sfido, 
E di gioia io morirò. 
EDOARDO 
Non temere: a me ti affida; 
Di salvarti io ti prometto; 
La rivale invan ti sfida: 
Non tremar; ti salverò. 
MATILDE 
Sfoga pur, mia sorte irata, 
Il tuo barbaro rigore; 
Che quest'alma innamorata 
Il tuo sdegno sprezzerà. 
Ah! se m'ama il caro bene, 
Cesseranno le mie pene. 
Più fedel di questo core 
Non si trova, non si dà. 
EDOARDO 
Sfoghi pur la sorte irata, 
Il suo barbaro rigore; 
Che a quell'alma desolata 
È difesa l'amistà. 
Ah! vicina al caro bene, 
Cesseranno le tue pene. 
Più fedel del tuo bel core; 
Non si trova, non si dà. 
Matilde parte con gli armigeri, ed Edoardo con Udolfo.
Galleria nel castello di Corradino. 
Corradino seduto presso un tavolino, la Contessa, Ginardo, Aliprando, indi Isidoro.
CORRADINO 
(Pietà mi parli invano. 
Vendicato sarò. Donna infedele!. 
Né alcun ritorna ancor?) 
CONTESSA 
(Del mio trionfo 
Il momento è vicino.) 
CORRADINO 
Di Matilde 
Nessun nuova mi porta? 
Ah! Matilde crudel! 
ISIDORO 
(entrando) 
Matilde è morta. 
ALIPRANDO 
(Barbaro!) 
GINARDO 
(Dispietato! e tu...) 
ISIDORO 
(Silete, 
Vel siletote vos: nel caso mio 
Avreste fatto peggio.) 
CORRADINO 
Quell'infida 
Che disse? 
ISIDORO 
Vi dirò. (Mi raccomando, 
Spiritose invenzioni, e tu Rettorica, 
Deh! non mi abbandonar.) Giunti del monte 
Sul culmine scosceso e dirupato, 
Io, col tuono d'un tragico arrabbiato, 
Esclamai: mori, o banderuola errante. 
E col piè tracotante 
Io stesso la tremenda 
Spintarella fatal le detti: ed essa 
Capitombolò giù. L'acqua spezzata 
Mi schizzò in faccia. Per tre volte a galla 
Venne, e tre volte,.. oh vista! 
Dir volea, stralunando 
Le luci immerse nell'eterna eclisse: 
Corradino birba... ma non lo disse. 
ALIPRANDO 
Sventurata! 
CORRADINO 
Ne godo. 
ISIDORO 
(Se la beve.) 
CONTESSA 
Dottor: la tua protetta 
Si fece poco onor. Già si sognava 
Il talamo, il comando; 
Ma il velo si squarciò; ma finalmente 
Matilde apparve rea. 
Edoardo e Udolfo entrando, e detti.
EDOARDO 
Ella è innocente. 
CORRADINO 
Quale ardir? 
GINARDO 
Che sarà? 
EDOARDO 
Signor, perdona: 
È pietade, è dover, che al tuo castello 
Rivolge i passi miei. 
Ingannato tu sei; 
Matilde rea non è. Mira il custode 
Che mi disciolse, e meco 
S'involò. Ah! tardi mi svelò l'arcano! 
Onde render Matilde 
Dai tuoi sospetti oppressa 
Fu comprato costui dalla Contessa. 
CORRADINO 
(ad Isidoro) 
Matilde non è rea! Perfido! E tu... 
ISIDORO 
(Questa non è più aria 
Per un figlio di Apollo: 
Marco - Sfila, Isidoro, e gambe in collo.) 
(parte tacitamente) 
CONTESSA 
(Qual fulmine è mai questo!) 
CORRADINO 
Anima rea! 
Per te cadde Matilde, 
E tu resisti ancor? Fuggi, t'invola 
Dal provocato mio sdegno feroce. 
La Contessa parte.
Parmi ascoltar la voce 
Della bella innocente. Ombra diletta, 
Fermati, senti, aspetta. 
Ti rivedrò... ti rivedrò, nell'onde 
Che ti fur tomba io vuo' piombar, e teco 
Nel giardin dell'Eliso 
Favellerò d'amor spirto indiviso. 
Matilde, anima mia, 
Ti rivedrò fra poco. 
Le pene sue per gioco 
Rammenterà il mio cor. 
ALIPRANDO e GINARDO 
Signore, a poco a poco 
Si calmerà il tuo cor. 
EDOARDO 
(Amore a poco a poco 
Consolerà quel cor.) 
CORRADINO 
Nei vortici fatali 
Vado a incontrar la morte, 
E la mia cruda sorte 
Renderà dolce amor. 
Qual sarà mai la gioia 
Allorché a lei d'accanto 
Versando un dolce pianto 
D'amor le parlerò; 
Se nel pensarlo solo 
Ogni più acerbo duolo 
Già nel mio sen cessò! 
ALIPRANDO e GINARDO 
Che inaspettato evento! 
Che istante di dolor! 
EDOARDO 
(In sì crudel tormento 
Si cangerà quel cor.) 
Parte seguito in fretta dagli altri.
Montagna dirupata in fondo da cui si precipita un ampio torrente, che si perde in una voragine. Da un lato castello di Don Raimondo con ponte levatore, nell'innanzi selva con sasso.
È notte. 
Isidoro fugiasco di dentro, indi in scena con Ianterna accesa. Dopo Corradino di dentro su la montagna.
ISIDORO 
«Nel mezzo del cammin di nostra vita 
Mi ritrovai per una selva oscura, 
Che la diritta via era smarrita» 
Fra il digiuno, la notte e la paura, 
Scivolo ad ogni passo. 
(attacca la lanterna ad un albero) 
Mettiamoci a seder su questo sasso. 
Ohimè! Questo è il torrente 
Dove Matilde si sarà buttata. 
(Avesse da venir l'ombra affogata!) 
Ma si sarà affogata? 
Se non scappavo presto, Corradino 
Si sfogava con me... 
S'ode la campana del castello.
Che suono è questo? 
Eh! Suoneranno a fuoco; manco male, 
Che sto all'acqua vicino. 
CORRADINO 
Matilde, ecco ti seguo. 
ISIDORO 
Ah! Corradino! 
Misericordia! Aiuto! 
(nel prender la lanterna gli si smorza) 
Peggio, peggio: 
Anche il lume è smorzato; 
Felicissima notte. 
Si cala il ponte levatore, ed esce Don Raimondo seguito da quattro armigeri con faci. La selva rimane ingombrata da' contadini guidati da Egoldo con faci. Su la montagna si scorge Corradino trattenuto da Aliprando e da Ginardo; intanto Edoardo scende dal ponte, traversa la pianura e corre al castello.
RAIMONDO 
Chi ha gridato? 
ALIPRANDO 
Fermatevi, signore. 
GINARDO 
È troppo strano 
Questo vostro furor. 
CORRADINO 
Tentate invano 
Trattenermi, importuni. Entro quell'onde 
Precipitar mi voglio. 
ISIDORO 
(Lo lasciassero far!) 
EDOARDO 
(Questo è il momento!) 
(entra nel castello) 
CORRADINO 
No: viver più non deggio. In cor mi sento 
Una vampa, un incendio; 
Lo spegnerò fra i vortici 
Ove Matilde mia trovò la morte. 
Edoardo porta per mano Matilde fuori del castello, e detti.
MATILDE 
Matilde non morì. 
GINARDO, ALIPRANDO e ISIDORO 
Che vedo? 
CORRADINO 
Oh sorte! 
(scende infretta dalla montagna) 
RAIMONDO 
(ad Isidoro.) 
Foste voi, che nell'acqua 
La faceste cascar? 
ISIDORO 
Sì, per metafora: 
Fu parlar figurato, 
Fu licenza poetlca. 
CORRADINO 
Mia vita! 
Illusione non è. Vivi, ti vedo; 
Di': mi perdoni? A' piedi tuoi... 
MATILDE 
Che speri? 
Ch'io stenda la mia mano 
A un crudele, a un feroce, a un uom che sogna 
Sempre stragi e furor? Se tua mi vuoi, 
Apri il tuo cuore alla bontà. Raimondo 
Stringi al tuo seno. 
CORRADINO 
E poi? 
MATILDE 
Prima obbedisci. 
CORRADINO 
Eterna pace io giuro. 
Matilde? Ebben? 
MATILDE 
Son tua, son tua per sempre. 
Grazie, caro Edoardo. 
Medico, abbiamo vinto. 
(ad Isidoro) 
Per le nozze 
Da te voglio un sonetto. (Ah manca solo 
A tanti miei trofei, che la Contessa 
Viva mi veda, e sposa a lui.) Signore, 
L'affanno terminò, trionfa amore. 
Ami alfine? E chi non ama? 
Ama l'aura, l'onda, il fiore. 
Se di te trionfa Amore 
Non ti devi vergognar. 
Agli affanni suoi segreti 
Son soggetti anche i guerrieri, 
Anche i medici e i poeti 
Son costretti a sospirar. 
Non è vero?
EDOARDO, CORRADINO, GINARDO, ALIPRANDO
e RAIMONDO 
Anzi è verissimo. 
ISIDORO 
Ancor io dovetti amar, 
E sette anni singhiozzar, 
E fu cosa da crepar. 
CORO ed EGOLDO 
Dunque al castel talora 
Verrem da voi, signora, 
E niun ci scaccierà? 
Eguale avete l'anima 
Del volto alla beltà. 
MATILDE 
Tace la tromba altera, 
Spira tranquillità. 
Amor la sua bandiera 
Intorno spiegherà. 
Femmine mie, guardate: 
L'ho fatto delirar. 
Femmine, siamo nate 
Per vincere e regnar. 
IL CORO e GLI ALTRI 
Le femmine son nate 
Per vincere e regnar. 
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© DRG, 25. November 1997