Atto primo

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Magnifico tempio eretto a Belo, festivamente adornato.




Scena prima
Oroe nel santuario a’ piedi del simulacro di Belo; Magi che prostrati e chini adorano; Ministri disposti fuori del santuario, e prostrati;
Oroe in atto di celeste visione


Oroe
(dopo essersi rianimato, e colle braccia tese verso il simulacro).
Sì, gran Nume, t’intesi.
I venerandi tuoi decreti adoro:
E l’instante tremendo
Della giustizia, di vendetta attendo.
(s’alza, seco i Magi e i ministri)
Or dell’Asiria ai popoli accorrenti
Alle straniere genti, ai prenci, ai regi
Del nuovo augusto tempio a Belo sacro;
Ministri, voi l’aurate porte aprite:
(I ministri apriranno le due gran porte laterali)
E a me d’intorno voi, Magi, v’unite.
(Si ritira in mezzo ai Magi al santuario.)



Scena seconda
Aperte le porte, la scena va riempiendosi di babilonesi d’ambi i sessi, di stranieri, di donzelle; tutti recano offerte e si dispongono;
poi si canta il seguente:


Coro
Belo si celebri, Belo s’onori;
Suoni festevoli, mistici cori
All’aura ecchegino in si bel dì.
E’ sacro a Belo un si gran dì.
Dal Gange aurato, dal Nilo altero,
Dal Tigri indomito, dall’orbe intero
Venite, o popoli, in si bel dì.
E’ sacro a Belo questo gran dì.
In tanta gloria vorrà dal cielo
Fra noi propizio discender Belo,
Lieta l’Assiria render così.

(Entrano gl’Indiani, recando incensi e offerte varie. Dopo essi Idreno; s’appressano al santuario.)


Idreno
Là dal Gange a te primero
Reco omaggi, o Dio possente!
Or sorridi tu clemente
A’ bei voti del mio cor
E mercede trovi omai
Un costante e vivo amor.

Coro
In tal dì l’Assiria omai
Vegga al trono un successor.

(Grandi e satrapi che precedono e accompagnano Assur, seguito da schiavi, che recheranno le offerte.)


Assur
Sì, sperate; sì, esultate;
Cangierà d’Assiria il fato.
Questo giorno desiato
D’alti eventi il dì sarà.
Al suo trono il successore
La regina sceglierà.
La mia fede, il mio valore
Obliare non vorrà.

Idreno
E tu speri?

Oroe
(grave)
E tu pretendi?

Assur
Di regnar di Nino al trono.

Oroe
Tu?... (che orror!)

Assur
Sai pur ch’io sono.

Oroe
(marcato)
So chi è Assur. Sì, tutto io so.

Idreno, Assur e Oroe
(A quei detti, a quell’aspetto
Fremer sento il cor nel petto
Celo a stento il mio furor/terror.)

Coro
Ma di plausi clamor giulivo echeggia,
Di lieti suon fragor già la festeggia.
Qual Dea nel suo fulgor già s’avvicina.
Ah! vien, de’ nostri cor bella Regina.



Scena terza
Guardie reali, satrapi, principi, capitani che precedono Semiramide, la quale comparisce con Azema e Mitrane, accompagnata da principesse e damigelle con ricchi doni da offrirsi a Belo. Schiavi


Coro
Ah! ti vediamo ancor! Resa ci sei!
A voi di tal favor sien grazie, o Dei!
Alfin lo sguardo, il cor pasciamo in te.
Conosci il nostro amor, la nostra fé.
In lei, clemente Dei, serbate ognor
d’Assiria lo splendor, il nostro amor.

Azema, Assur, Idreno, Oroe e Coro
Di tanti regi e popoli - Che miri a te d’intorno;
Fra voti atteso e palpiti -Ecco, o regina, il dì.

Semiramide
Fra tanti regi e popoli,
De’ Numi nel soggiorno
E perché tremi e palpiti, -Misero cor, così?

Assur
Regina all’ara, e giura
Ch’oggi all’Assiria omai
Fra noi tu sceglierai - Di Nino il successor.

Semiramide
(s’avanza all’ara)
Ebben...

Assur, Idreno e Coro
A che t’arresti?

Semiramide
(come sopra)
(Egli non v’è.)

Assur, Idreno e Coro
Che attendi?

Semiramide
(esitando)
Di Nino...
(Lampo vivissimo.)
Oh ciel!

Oroe
Sospendi.

(Tuono: si spegne il fuoco sacro dell’ara; sorpresa, confusione, terror generale)

Mira.

Tutti
Che fia?... che orror!
Ah! già il sacro foco è spento.
Tuona irato il ciel, s’oscura:
Trema il tempio. Infausto evento!
Qual minaccia a noi sciagura!
L’alma agghiaccia di spavento...
Ah! di noi che mai sarà.

Semiramide
O tu de’ Magi venerabil capo,
Mortal diletto al Ciel, de’ cenni suoi
Interprete fedel, parla: placato
Ancor non è con Babilonia?

Oroe
(marcato fissando Semiramide)
Ancora
Vi sono colpe, atroci colpe ascose,
(fissando Assur)
Ed impunite.

Idreno
Qual tremendo arcano

Semiramide
(Ciel!)

Assur
(Quale sguardo!)

Semiramide
Ma dunque?

Oroe
Lontano
Forse non è l’istante - Di vendetta e di pace.

Semiramide
(Oh! ritornasse Arsace!)

Assur
E al trono il successor?

Oroe
Sarà nomato.

Assur
E quando?

Oroe
In questo giorno, appena arrivi
Da Menfi il sacro oracolo.

Semiramide
(Io ne tremo.)

Idreno
Regina, tu conosci
I dolci affetti miei.

Assur
Nelle mie vene
Scorre il sangue di Belo e tu dêi bene,
Regina, rammentar...

Semiramide
Tutto rammento,
Sì... tutto, Assur. V’attendo,
Prenci, alla reggia. -Il sospirato messo
Coll’oracolo sacro, Oroe, m’invia.-
E intanto a’ voti miei
Propizii implora in sì gran dì gli Dei.
(Partono, seco tutti.)



Scena quarta
Oroe

 
Oroe
Gli Dei son giusti. Io tremo
Pel suo destino: e la compiango, e gemo.
(entra nel santuario)



Scena quinta
Arsace. Due Schiavi recando una cassetta chiusa


Arsace
Eccomi alfine in Babilonia. E’ questo
Di Belo il tempio -Qual silenzio augusto!
Più venerando ancor rende il soggiorno
Della divinità! Quale nel seno
A me guerrier nudrito
Fra l’orror delle pugne, ora si desta,
Del nume formidabile all’aspetto,
Insolito terror, sacro rispetto.
E da me questo Nume
Che può voler? Morendo il genitore
Qui m’inviò: segreto
Cenno di Semiramide mi chiama
Rapido alla sua reggia... ed anelante
Ad Azema, al su ben l’ardente core
Qui volava sull’ali dell’amore.
Ah! quel giorno ognor rammento
Di mia gloria e di contento
Che fra barbari potei
Vita e onore a lei serbar.
L’involava in queste braccia
Al su vile rapitore;
Io sentia contro il mio core
Il suo core palpitar.
Schiuse il ciglio, mi guardò.
Mi sorrise, sospirò.
Oh! come da quel dì - Tutto per me cangiò!
Quel guardo mi rapì - Quest’anima avvampò.
Il ciel per me s’aprì - Amore m’animò...
D’Azema e di quel dì - Scordarmi mai saprò.
Ministri, al gran Pontefice annunziate
Il figlio di Fradate.



Scena sesta
Oroe, arrivando, ed Arsace


Oroe
Io t’attendeva, Arsace.

Arsace
A’ piedi tuoi...

Oroe
Sorgi, vieni al mio sen.

Arsace
Del padre mio
L’estremo cenno a te mi guida.
Oroe
Un Dio,
Cui sei caro, che regge il tuo destino,
A me ti trasse.

Arsace
(presentandogli la cassetta)
Questi preziosi
Pegni ch’ei tenne ad ogni sguardo ascosi...

Oroe
Oh! sì: porgili. -Alfine
Io vi miro, io vi bacio, o sacri avanzi
Del più grande dei regi. -Ecco il tremendo
Foglio di morte. Il regio serto è questo...
Adoralo. -Ecco il brando
che lo dee vendicar; brando temuto
Che domò l’Asia e soggiogò l’Egitto...
Inutil arme contro il tradimento,
Contro il veleno.

Arsace
Giusto ciel!... che sento!
E come? E forse?

Oroe
Arcano è ancor.

Arsace
Ma Nino?

Oroe
Morì tradito.

Arsace
E chi?

Oroe
Nel tempio, a noi
S’appressa alcuno. E’ Assur. Oh! mostro. Un Dio
Qui invan ti guidò. -Qui torna: addio.
(Rientra; due ministri portano seco la cassetta)



Scena settima
Arsace; indi Assur; seguito con esso che rimane nel fondo


Arsace
Quali accenti!... e che mai
Deggio pensar?... e questo
Assur ch’io già detesto?

Assur
E’ dunque vero?... -Audace!
Senza un mio cenno in Babilonia Arsace!

Arsace
(Quale orgoglio).

Assur
Rispondi. A che lasciasti
Il campo a te fidato? e chi ti guida
Del Caucaso all’Eufrate?

Arsace
Della mia
E tua regina un cenno... ed il mio core.

Assur
Il tuo core? Oseresti
Chiedere a Semiramide?...

Arsace
Mercede
In tal dì, al mio coraggio, alla mia fede.

Assur
Superbo! Intendo. Ardisci
Azema amar?

Arsace
L’adoro.

Assur
Ma non sai tu che Azema
E’ figlia de’ tuoi re? che a Ninia sposa
Destinata nascendo...

Arsace
So che Ninia morì, so che di Nino
Eguale, miserando fu il destino.
So che Azema salvai da fato estremo.
Non conosco, non temo
Rivale che contrasta
Gli affetti miei... So che l’adoro e basta.
Bella imago degli Dei
Solo Azema adoro in lei:
E più caro a me d’un soglio
E’ l’impero del suo cor.

Assur
Dell’Assiria a’ semidei
Aspirar sol lice a lei;
D’uno Scita il folle orgoglio
Mal contende a me quel cor.

Arsace
Questo Scita in cor non cede
Ad assirO semidio.

Assur
Quell’ardir, quel fasto eccede,
Chi son io rammenta ormai.
Amo Azema...

Arsace
Tu? non sai,
non conosci cosa è amore.

a2
Arsace
D’un tenero amore,
Costante, verace,
Quel fiero tuo core
Capace non è.
I dolci suoi moti
Ignoti a te sono;
Non ami che il trono
Ch’è tutto per te.
Il cuore di Azema
E’ tutto per me.

Assur
Se m’arde furore
Contr’anima audace
Di freno il mio core
Capace non é.
Gli arditi tuoi voti
Già noti mi sono.
Ma invano a quel trono
Tu aspiri con me.
Rinuncia ad Azema,
O trema per te.

Arsace
Io tremar? di te? m’avvio
Alla reggia, all’idol mio.

Assur
Là il poter d’Assur vedrai,
In tal dì forse il tuo re.

Arsace
Regnar forse un dì potrai,
Ma giammai sarai mio re.

Assur
La mia sposa Azema...

Arsace
Azema!..
mi giurò, mi serba fé.

Arsace e Assur
Va, superbo, in quella reggia
Al trionfo io già m’appresto
Sì, per me fia giorno questo
Di contenti e di splendor.
Ma tremendo, ma funesto
A te giorno di rossor.
(partono)




Atrio nella reggia.



Scena ottava
Azema, indi Idreno


Azema
O me felice! Arsace,
L’amato bene in Babilonia! A’ miei
Fervidi voti l’inviar gli Dei.
Potrò alfin...

Idreno
Principessa,
La grand’ora s’appressa in cui deciso
Sarà il destino dell’Assiria, e il mio.
Parla una volta, di’, sperar poss’io
Il tuo cor, la tua destra?

Azema
Di mia destra
Dispone Semiramide.

Idreno
E il tuo core?
Tu taci? Dunque un più felice amore?
Assur! ei solo il mio rival: Ma noto
Assur non t’è? potresti
Tu amarlo?

Azema
Assur è a me ben noto, e mai
Da me un solo pensier, da me un sospiro
Ottenne ancor, né otterrà mai.

Idreno
Respiro.
Ah dov’è, dov’è il cimento!
Già di me maggior mi sento.
Tu mi rendi la speranza,
Nuovo in me ridesti ardir.
D’un rival la rea baldanza
Io già avvampo di punir.
E se ancor libero - E’ il tuo bel core;
Di quel che accendimi - Tenero amore
In seno almeno - Senti pietà.
Più fida un’anima - Non troverai;
Tu sola l’idolo - Cara, sarai;
Che ognora Idreno - Adorerà.
(parte)

Azema
Se non avesse e meritasse Arsace
Tutti gli affetti miei,
Sento che Idreno solo amar potrei.
(parte)




Giardini pensili.



Scena nona
Semiramide seduta in un fiorito berceau. Giovani citariste e donzelle in vari gruppi cercano distrarla, le scherzano intorno;
è misto al suono il seguente:


Coro
Serena i vaghi rai - la pena sgombra omai:
Arsace ritornò. Qui a te verrà.
Schiudi a letizia il cor.
Già tutto al suo ritorno - D’intorno s’animò
Più dolci spiran l’aure - D’amor la voluttà.
Quest’ombre su te spargano - La calma dell’amor.
Arsace ritornò. Qui a te verrà...
Qui tutto spirerà - La calma dell’amor,
D’amor la voluttà.

Semiramide
Bel raggio lusinghier - Di speme e di piacer
Al fin per me brillò. Arsace ritornò.
Sì, a me verrà.
Quest’alma che sinor - Gemé, tremò, languì,
Oh! come respirò! - Ogni mio duol sparì.
Dal cor, dal mio pensier - Si dileguò il terror.

Semiramide e Coro
La calma a questo cor - Arsace renderà;
Arsace ritornò. Qui a me/te verrà.
Qui tutto spirerà - La calma dell’amor
La pura voluttà.

Semiramide
Dolce pensiero - Di quell’istante,
A te sorride - L’amante cor.
Come più caro, - Dopo il tormento,
E’ il bel momento - Di pace e amor!

Coro
(ripete)

Semiramide
Ne viene ancor! Ma chi vegg’io? Mitrane!
E che rechi?



Scena decima
Mitrane con papiro, e Semiramide


Mitrane
Da Menfi il sacro messo
Testé fece ritorno. Oroe t’invia
Il sospirato oracolo.

Semiramide
Qual fia?
La mano e il cor mi tremano; e se mai
E se quell’ombra... e se novelli orrori...
E il ciel... Da tanta angustia escasi omai.
(spiega il papiro e legge)
«Cesseran le tue pene, - Ritroverai la pace
Al ritorno d’Arsace, - A nuovo imene.»
Grazie, v’adoro o Dei, clementi Dei!
E voi dunque approvate i voti miei?
Placati al fin vi siete, - Felice mi volete!

Mitrane
Regina, al tuo contento...

Semiramide
Va, Mitrane.
Arsace a me s’affretti. Regal pompa,
Solenne nuzial rito s’appresti.
Oroe co’ Magi, Assur co’ grandi, Idreno,
Tutta l’Assiria al trono mio si renda.
Ivi i miei cenni e il suo destino apprenda.

Mitrane
Ecco a te appunto Arsace.
(parte)



Scena undicesima
Semiramide e Arsace


Arsace
Al tuo comando,
Regina, io m’affrettai.
Quanto sì dolce istante io sospirai!
La più bella speranza
Lusingava il mio cor. Ma...

Semiramide
(sempre con marcata dolcezza)
A che t’arresti?

Arsace
Odo che generosa alfin cedesti
Ai voti dell’Assiria; che in tal giorno
Da te nomato un successore...

Semiramide
Ebbene?

Arsace
Assur, quel fiero Assur già re si tiene,
La man d’Azema gli assicura il soglio.
Per te morrei, ma lui servir non voglio.

Semiramide
Azema ei non avrà.

Arsace
(con gioia)
No?

Semiramide
Già palesi
Mi son le di lui mire.

Arsace
Ah! dunque lo conosci?

Semiramide
E il vo’ punire.

Arsace
(timido)
Oh se così d’Arsace
tu conoscesi il core!

Semiramide
(marcato e tenera)
Io ne conosco già la fé, il candore.

Arsace
Ma non son che un guerriero...

Semiramide
E un guerrier qual tu sei di quest’impero,
E’ il più nobil sostegno... e tu... già sei...
(Freno, per poco ancora, affetti miei).
Serbami ognor sì fido
Il cor, gli affetti tuoi,
E tutto sperar puoi,
E tutto avrai da me.

Arsace
A te sacrai, regina,
La fede, il core, il brando:
Vinsi per te pugnando,
Saprò morir per te.

Semiramide
(con tenerezza)
No, tu per me vivrai...

Arsace
Ah! se mi leggi in core...

Semiramide
Tu dunque...

Arsace
Ah! sappi omai...
M’arde il più vivo amore...

Semiramide
Spera, sì bell’ardore
Oggi otterrà mercé.

Semiramide e Arsace
Alle più care immagini - Di pace e di contento
Già s’abbandona l’anima - In così bel momento;
E tra i più dolci palpiti - Ritorna a respirar.
(partono)




Atrio.



Scena dodicesima
Assur con Magi, ed Oroe


Assur
Oroe dal tempio nella reggia?

Oroe
Ai cenni
Del ciel, di Semiramide.

Assur
Trascorsi,
Da che la reggia abbandonasti, omai
Tre lustri son.

Oroe
Da quell’orrenda notte,
In cui barbara sorte,
In cui spietata man, mano di morte
Rapì all’Assiria il suo buon re, ci tolse
Col figlio Ninia ogni speranza, e avvolse
Nel lutto il regno, e nel dolor.
(fissandolo marcato)
Rammenti
Tu quella notte, Assur?..

Assur
(frenando il turbamento)
Sì, ma in tal giorno
Alla gioia, alla pace, al suo primiero
Splendor l’Assiria tornerà.

Oroe
Lo spero.

Assur
Arsace al tempio tu vedesti?

Oroe
Ai Numi
Offerse voti.

Assur
(ironico)
E fur graditi?

Oroe
Arsace
Ai Numi è caro.

Assur
Ei goda
Pur de’ Numi il favor; ma Arsace, e seco
Ogni superbo a rispettarmi apprenda:
Tremi colui che il soglio
Contendermi presume,
Nol salverà da mia vendetta un Nume.
(parte)

Oroe
Per te, perfido, trema; stanco omai
Sta un Nume per punirti, e tu nol sai.




Luogo magnifico nella reggia con veduta di Babilonia. Trono a destra. Alla sinistra vestibolo del superbo Mausoleo del Re Nino.




Scena tredicesima
Le guardie reali precedono la pompa e si dispongono; indi i satrapi col loro seguito; Oroe coi Magi e ministri che portano un’ara. Succedono Idreno, Assur, Arsace col proprio corteggio; al fine Semiramide con Azema e Mitrane e dame e schiavi. Il popolo si distribuisce nel fondo e fra le colonne; la marcia è alternata dal seguente:


Coro
Ergi omai la fronte altera
Regio Eufrate: esulta o spera;
Di tue speme sorse il dì.
Oggi avrà l’Assiria un Re.
Di tue glorie lo splendore
Sosterrà col suo valore.
Tornerà di Belo i dì,
Tu sarai dei fiume il re.

Coro di magi
E dal ciel placati, o Numi,
Deh! su di noi volgete i lumi;
Il destin di questo regno
Proteggete in si gran dì.
Da voi scelto, di noi degno
Sia felice il nostro re.

(Durante il coro Semiramide salirà in trono; al di lei fianco, sui gradini, Azema; e Assur, Arsace, Idreno ai lati; Oroe nel mezzo. I satrapi circondano il trono.)

Semiramide
I vostri voti omai, - Prenci, popoli, Magi,
Eccomi a secondar. E già rispose
Al voto mio segreto
Fausto il Libico Giove. Io scelsi. Or voi
Dovete pria giurar, qualunque sia,
D’adorar, rispettar la scelta mia.
Giuri ognun ai sommi dei
D’obbedire ai cenni miei.
A quel Re che dono a voi
Giuri omaggio e fedeltà.

Tutti
Giuro ai Numi, a te Regina,
D’obbedire ai cenni tuoi,
A quel Re che doni a noi
Giuro omaggio e fedeltà.

Semiramide
L’alto eroe, che dell’Assiria
Alla gloria ed al riposo
Scelsi re... sia pur mio sposo.

Assur, Idreno, Oroe, Arsace e Azema
Sposo?.. (Oh cielo!)

Semiramide
E quest’eroe
A voi caro, al cielo, a me,
Questo sposo, questo re,
Adoratelo in Arsace.

(Sorpresa, gioia, fremito relativo.)

Arsace
Io?

Assur e Idreno
Che intendo!

Coro
Viva Arsace!

Oroe
(Quale orror!)

Assur
(Oh furor!)

Azema e Arsace
(Oh colpo orrendo!)

Coro
Viva Arsace, il nostro re!

Assur
(a Semiramide)
E così tradir tu puoi
La mia speme, i dritti miei?
(ai satrapi)
Su noi dunque, eterni Dei!
Uno Scita regnerà?
E l’Assiria il soffrirà?
(a Semiramide)
Pensa almeno...

Semiramide
Taci e trema.

Idreno
Se in tal dì tu sei felice,
Se mercé sperar mi lice,
Deh, tu Azema a me concedi
E consola un fido amor.

Semiramide
Sì, l’avrai.

Arsace
(non contenendosi)
Tu Azema!... (ed io!)
Ma... Regina... sappi... (oh Dio!)
Non è il trono la mercede
Che ti chiede questo cor.

Semiramide
Tutto merti. Andiam. Ci unisci,
Oroe, tu.

(Al cenno s’avanzano i ministri coll’ara.)

Oroe
(marcato)
Regina!

Semiramide
(segnando Arsace)
Assiri,
Nino e il figlio in lui vi rendo...

(In questo un tuono sotterraneo, e fulmine.)

Ah!... che avviene? Dei, che intendo!
Qual segnal rinnova il cielo!
E’ di sdegno?... E’ di favor?...
 
Insieme
Qual mesto gemito - Da quella tomba
Qual grido funebre - Cupo rimbomba,
Mi piomba al cor!
Il sangue gelasi - Di vena in vena,
Atroce palpito - M’opprime l’anima,
Respiro appena - Nel mio terror.

Semiramide
Ma che minacciano - Gli Dei, che vogliono!

Tutti
La tomba scuotesi! - Ah! della morte
Destra invisibile - Schiude le porte...

(Attenzione, terrore universale; tutti rivolti alla tombra: s’apre la tomba.)

Semiramide
(con raccapriccio)
(E chi?... oh destino! - Egli, lo sposo!)

(Si presenta sulla porta l’ombra di Nino.)

Tutti
L’ombra di Nino!

Semiramide
Ove m’ascondo?

Assur
Guardar non l’oso.

Tutti
Oh quale orror!

Semiramide
(agitata)
D’un Semidio che adoro,
Ombra, da noi che vuoi?

Assur
(con fremito mal frenato)
Chi ti guidò dall’erebo,
Terribil ombra, a noi?

Idreno
Dal labbro formidabile
Palesa i cenni tuoi.

Semiramide
Parla, a punir venisti?
Venisti a perdonar?
Pronunzia omai se Arsace...

L’ombra di Nino
Arsace, regnerai,
Ma vi son colpe da espiarsi in pria.
Ardito scendi nella tomba mia:
Vittima offrir al cener mio dovrai.
Ascolta dal pontefice consiglio;
Pensa al tuo genitor, servi a mio figlio.

Arsace
T’obbedirò. Securo - Là scenderò. Tel giuro
Ma qual sarà la vittima - Che a te svenar dovrò?
Tu taci?... Fremi?...

Tutti
Ei tace! Freme!

Assur e Semiramide
(Oh cielo!)

Arsace
E già ci lasci?

Tutti
Ei s’allontana!

Semiramide e Assur
(Io tremo.)

Semiramide
Ombra del mio consorte,
Il pianto mio tu vedi.
Deh! lascia che a’ tuoi piedi
Là... in quella tomba...

L’ombra di Nino
Arrestati,
Rispetta le mie ceneri
Allor che i Dei lo vogliano,
Allor ti chiamerò.
(Rientra; la porta si chiude.)

Tutti
Che orror!

Semiramide
Io moro!

Tutti
Ah! sconvolta nell’ordine eterno
E’ natura in si orribile giorno.
Nume irato dischiude l’averno;
Sorgon l’ombre dal nero soggiorno.
Minacciosa erra morte d’intorno,
L’alme ingombra d’angosce d’orror!
Atro evento! prodigio tremendo!
Tutto annunzia dei Numi il furor.

 

2. Akt Zurück zu: Libretto

Atto secondo ritorna a libretto



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© DRG, 14. Januar 2001